Bronte, Consiglio comunale: ambiente "caldo" dopo il passaggio degli ex Udc all'opposizione -
Catania
26°

Bronte, Consiglio comunale: ambiente “caldo” dopo il passaggio degli ex Udc all’opposizione

Bronte, Consiglio comunale: ambiente “caldo” dopo il passaggio degli ex Udc all’opposizione

A Bronte la situazione politico amministrativa si è ulteriormente complicata a circa due anni dalla nascita della amministrazione targata Calanna.

A dir il vero l’amministrazione, che nel 2015 con una colazione di centrosinistra aveva avuto la meglio sul candidato del gruppo politico Firrarello-Castiglione, sin dalle prime battute ha mostrato segnali di instabilità e tensioni politiche.

Il primo “incidente” è stato segnato dalle incomprensioni all’indomani della vittoria tra il Sindaco neo eletto e la lista civica guidata dal consigliere Antonio Leanza, figlio dell’ex sindaco Salvatore Leanza amatissimo politico scomparso di recente,  che ha visto le sue dimissioni da assessore designato in giunta all’indomani della vittoria della coalizione che doveva essere di centrosinistra.

Dopo qualche giorno consigliere Leanza prese le distanze dalla amministrazione Calanna. Passando per le dimissioni con tanto di lancio di strali del segretario cittadino del Partito Democratico Vincenza Meli che in Consiglio comunale bollò l’attuale primo cittadino di essere “inaffidabile” per “non avere rispettato gli accordi elettorali”.

Che si trattasse di una coalizione “macedonia” e non prettamente di centro-sinistra lo si comprese anche durante la elezione a presidente del Consiglio comunale di Antonino Galati, eletto nella lista diretta emanazione del sindaco, con tante fibrillazioni ed alcuni “franchi-tiratori”, proprio in quanto esponente di Forza Italia legato all’attuale deputato di Belpasso Alfio Papale. A ciò si sono aggiunsero nomine di assessori notoriamente esponenti dell’ex Mpa di Lombardo.

Seguì una rissosa stagione fatta di scambi di accuse e pubblicazione di manifesti, che ha visto da una parte la sinistra brontese con in pectore i consiglieri Leanza e Meli e dall’altro il sindaco Calanna accusato da questi di avere tradito gli elettori con operazioni trasformiste e voltaggabbana.

Lo scontro politico-amministrativo si rincorse sulla questione del bilancio di previsione 2015 quando l’amministrazione decise di favorire maggiori entrate nelle casse comunali con il recupero evasione Imu sui terreni agricoli divenuti edificabili con l’adozione del Prg.

Manovra che avrebbe dovuto riequilibrare il bilancio e “liberare risorse a favore di maggiori servizi sociali” come annunciò il sindaco Calanna.

In quella occasione il Circolo locale del Partito Democratico, azionista della coalizione di maggioranza ma inascoltato dal sindaco, scatenò una campagna senza esclusioni di colpi per mezzo di alcuni manifesti nei quali si criticava fortemente la manovra Imu in quanto “iniqua e improduttiva per i cittadini” quasi rimpiangendo  l’amministrazione uscente retta dall’ex sindaco Firrarello chiedendosi se “si stava meglio quando si stava peggio” ed accusando Calanna di assumere nel confronto democratico un “atteggiamento puerile e litigioso” e di volere trasformare Bronte in “succursale di Pedara” (in riferimento all’appartenenza del sindaco Calanna alla cordata politica dell’attuale assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo, ex sindaco di Pedara).

A questi scontri seguì l’abbandono del consigliere di maggioranza Ernesto Di Francesco, anche lui eletto nella lista del sindaco, presidente della Commissione straordinaria per i problemi della sanità locale,  che oggi fa gruppo proprio con il consigliere Antonio Leanza che fu il primo a rompere con il sindaco Calanna.

Ma il culmine dello scontro politico si è avuto sempre sul bilancio di previsione 2016 quando l’organo consiliare incolpò l’amministrazione di scarsa programmazione per averlo adottato con forte ritardo. Il sindaco si difese dicendo che la causa dei ritardi “era da addebitare al governo siciliano” che aveva spogliato l’ente comunale delle risorse a favore dei lavoratori precari. Il Consiglio comunale dal canto suo continuava a sollecitare la sua adozione ed approvazione per pianificare le attività amministrative e per non bloccare un paese privandolo di servizi essenziali per le famiglie come ad esempio la refezione scolastica.

Il risultato è stato che i consiglieri comunali rischiarono di passare il cenone dentro la sala del civico consesso in quanto l’esame del bilancio iniziò solo il 29 dicembre e fu approvato grazie al “soccorso” dei consiglieri di minoranza che alle elezioni amministrative appoggiavano il candidato sindaco espressione dell’uscente Firrarello, senza aver dato la possibilità ai consiglieri ed ai revisori dei conti di esaminare adeguatamente l’atto deliberativo.

Dagli scranni del Consiglio comunale i consiglieri Messina e Leanza si eressero a portavoce dei diffusi malumori nell’aula accusando l’amministrazione “di avere svuotato il ruolo di controllo e di indirizzo del organo consiliare”.

Adesso, alla vigilia della approvazione del bilancio di previsione 2017, anche quest’anno in notevole ritardo e senza che Regione c’entri nulla, un altro gruppo si è staccato dalla maggioranza: il gruppo ex Udc composto da Giuseppe Di Mulo e Angelica Catania, che hanno dato il benservito ad una amministrazione dove “è assente il dialogo e il confronto della maggioranza” oltre che carente nelle idee e nella trasparenza e programmazione, criticando le scelte amministrative come l’intenzione di affidare ai privati il servizio cimiteriale o il mancato recupero dei residui attivi, accusando il sindaco di avere distrutto la coalizione che vinse le elezioni amministrative. Una posizione che il gruppo dei Centristi per la Sicilia, nati da una costola dell’Udc dopo la scissione dell’on. D’Alia, hanno deciso di comunicare con un documento politico durante lo svolgimento del Consiglio comunale del 26 maggio scorso che ha visto alzare la tensione quando il Sindaco ha replicato al vice presidente del consiglio di Di Mulo di “non comprendere la posizione dei centristi” accusando il vice presidente del consiglio di Di Mulo, di “cambiare Sindaco ogni due anni”.

Situazione incandescente quindi. Chissà se  e chi sarà il prossimo?

 

Potrebbero interessarti anche