Anche quest’anno, il Parco Suburbano Madonna Gala, considerato un importante polmone verde e sito di grande valore storico e naturalistico a nord-ovest del centro di Francavilla, è tornato ad essere accessibile per cittadini e visitatori.
Il successo è stato ottenuto grazie all’evento “Apericena C’a Passioni”, giunto alla terza edizione e svoltosi domenica 3 agosto. L’iniziativa, organizzata dall’associazione “a Passioni” insieme all’Amministrazione comunale e alla Pro Loco, si caratterizza ogni anno per l’impegno nel sensibilizzare su temi importanti come la protezione del patrimonio naturalistico e l’identità territoriale.
Il Parco Madonna Gala e le sue strutture
L’attenzione si è rivolta in particolare al Parco Madonna Gala, frequentemente menzionato nelle discussioni della comunità locale a causa del suo persistente stato di abbandono e degrado durante la maggior parte dell’anno, fatta eccezione per alcune occasioni specifiche, come nell’attuale circostanza, in cui vengono effettuate operazioni di pulizia straordinaria.
La struttura è dotata di un anfiteatro progettato per accogliere rappresentazioni teatrali di piccole dimensioni, spettacoli di diversa natura, esibizioni canore o concertistiche, arene estive, dibattiti pubblici, presentazioni di libri e altre iniziative culturali.
Le tre esperienze proposte durante l’evento
Anche per questa edizione sono stati organizzati tre distinti percorsi per il pubblico: il primo, focalizzato sulle specialità gastronomiche, ha previsto la preparazione dal vivo della ricetta tradizionale “u frittu ‘nto coppu”, «che non è solo cibo – ha detto la presentatrice della serata Cinzia Di Pietro – è memoria, è festa ed è Sicilia».
Percorso gastronomico
Tra le specialità servite figuravano frittelle di fiori di zucca, salvia fritta in pastella, arancini di verdure, patatine artigianali e sangria. I membri dell’associazione, assistiti dai volontari, hanno curato la preparazione dei piatti direttamente in loco. L’evento gastronomico si è tenuto nella piazzetta del Parco, dove i vecchi cubi metallici sono stati riconvertiti in tavolini per l’occasione.
Narrazione: “U Cunta Storie”
Il secondo momento di intrattenimento, dal titolo “U Cunta Storie”, ha visto come protagonista una figura ormai ben conosciuta dalla comunità di Francavilla, Ciccino Sciacca.
Quest’ultimo, dopo aver ricoperto per anni il ruolo di animatore storico del Carnevale francavillese, si è distinto anche in questa occasione nella nuova veste di narratore e novelliere, proponendo al pubblico racconti e aneddoti rappresentativi della vita del territorio.
Le narrazioni, frutto di ricordi propri oppure ottenute tramite interviste a persone anziane e nonni della comunità, costituiscono un patrimonio collettivo di conoscenze, informazioni e competenze trasmesse nel corso delle generazioni.
Nel primo racconto, dal titolo “Donna Libera!”, Sciacca trae ispirazione da un caso di cronaca riguardante una donna che, soggiogata fisicamente e psicologicamente da un facoltoso proprietario terriero, arriva a compiere un omicidio. Nonostante la perdita della libertà fisica dovuta all’incarcerazione, la protagonista consegue una forma di riscatto personale, raggiungendo una rinnovata dignità e acquisendo una libertà morale.
La seconda storia riguarda un personaggio di Francavilla, noto come “Ninu cannolu”. Sciacca racconta che si trattava di un uomo dall’aspetto gradevole, “era un beddu cristianu” anche se era basso di statura, aveva occhi neri molto intensi, “avia du occhi niuri, pareunu du pitritti di sciara”, e quello che gli mancava in altezza lo compensava con altre “qualità”.
Successivamente, Sciacca riporta un divertente episodio personale relativo a una visita medica neurologica in cui era la moglie a rispondere regolarmente alle domande del medico: «Che sintomi ha, signor Sciacca? – chiede lo specialista. La consorte: «U’ sapi dutturu, me maritu, nto misi di ottobre, si scuddava tutti cosi, u mannava a cumannu e non cunchiudevi nenti. Dutturi, ciavi a dire a verità: Me maritu a statu sempre rimbamminutu».
La scena si conclude con una dichiarazione d’amore del protagonista per la moglie Carmelina, «una donna che sposerei dieci, cento e mille volte ancora», e prima di salutare il pubblico, legge una poesia da lui composta intitolata “I minchiatari, i minchiuna e finti minchiuna”.
Sacra Rappresentazione
Il terzo ambiente, nell’arena dell’anfiteatro vicino al fiume San Paolo, ha proposto estratti della “Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo” presentata ad aprile.
L’evento ha incluso la proiezione su maxischermo dei principali momenti dello spettacolo, consentendo sia ai turisti che ai residenti di assistervi. Le proiezioni sono state alternate a brevi esibizioni dal vivo, arricchite quest’anno da effetti speciali e recitazioni in dialetto siciliano.
Gli attori sono riusciti a trasmettere emozioni intense e a calarsi pienamente nei loro personaggi, anche se lo spazio e il tempo a disposizione erano limitati. Grazie alle loro interpretazioni, lo spettacolo è stato coinvolgente ed efficace.
Le principali scene rappresentate comprendevano l’Ultima Cena, Gesù nell’orto del Getsemani e la tentazione del diavolo – quest’ultima recitata in dialetto siciliano – seguite dal pentimento di Giuda (ottima l’interpretazione di Flavio Rubechini), dai processi davanti a Caifa e poi a Ponzio Pilato, dalla Flagellazione, dall’incontro con Maria, dalla Veronica, dalla Pietà e, infine, dalla raffigurazione del Cristo Risorto. Proprio questa ultima scena potrebbe anticipare il tema scelto per la prossima edizione della “Sacra Rappresentazione”, che da quest’anno è inserita nel circuito “Europassione per l’Italia”, una rete che raccoglie associazioni e gruppi italiani impegnati nei Riti della Settimana Santa e nelle Sacre Rappresentazioni.
Al termine dello spettacolo sono stati espressi ringraziamenti a tutti coloro che hanno contribuito al successo della manifestazione, inclusi soci e volontari, e a tutti coloro che in diversi modi si sono impegnati attivamente, anche tramite contributi economici e beni materiali.
Infine, tutti i partecipanti si sono riuniti presso la piazzetta del Parco per la tradizionale distribuzione di fette di anguria fresca.
Luigi Lo Presti