Gioco d’azzardo: la Sicilia in Conferenza Unificata corre ai ripari -
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Gioco d’azzardo: la Sicilia in Conferenza Unificata corre ai ripari

Gioco d’azzardo: la Sicilia in Conferenza Unificata corre ai ripari

Il tavolo tecnico intorno al quale, lo scorso 4 maggio, si sono riuniti in Conferenza Unificata Stato e Regioni per discutere circa il potenziale riordino del settore del gioco d’azzardo, aveva tolto il sonno a molti.

Primi tra tutti gli esponenti del Movimento Cinque Stelle siciliano che, visto l’aumento esponenziale di vittime mietute dalla ludopatia e spaventati dal fatto che il Governo, una volta avocata a sé la possibilità di regolamentare il settore in esclusiva avrebbe potuto in qualche modo vanificare la lotta compiuta finora dalle amministrazioni locali, si erano rivolti al Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, caldeggiando una sua netta posizione in aperto contrasto con le pretese monopolistiche del Governo.

Così, infatti, aveva tuonato il deputato del M5S Cancellieri: “lungo il viale del tramonto della sua esperienza politica, il Presidente della Regione ha, adesso, la possibilità di fare anche solo una cosa buona per i cittadini”.

A spaventare così tanto non solo la potenziale estromissione di Regioni ed Enti locali dal potere di partecipare alla regolamentazione del settore sul proprio territorio, bensì una serie di misure “irrisorie” che si presumeva fossero contenute nel documento tecnico che sarebbe finito al vaglio della Conferenza Unificata: una paventata possibilità di autorizzare sale dedicate appositamente al gioco d’azzardo, cosiddette di categoria A ed A2; i mancati tagli al corpo macchine degli apparecchi vlt, nettamente più pericolosi rispetto alle classiche slot machine; la riduzione a soli 50 metri della distanza minima intercorrente tra punti di gioco e luoghi sensibili, quali scuole, oratori e chiese.

Era bastato questo a creare un polverone intorno alla delicata questione, polverone spazzato via con un soffio dalla disponibilità mostrata dal Governo nell’accogliere e nel venire incontro alle esigenze regionali.

La prima questione risolta ha riguardato il potere conferito ai sindaci che potranno non solo intervenire nelle situazioni limite di emergenza bensì stabilire orari di chiusura e controlli più stringenti.

Resteranno solo una spaventosa leggenda, poi, le situazioni anarchiche nelle sale A ed A2: vi si accederà solo dimostrando di aver raggiunto la maggiore età tramite valido documento di riconoscimento, le sale saranno coperte da videosorveglianza continua e costante nonché sottoposte a regolari controlli da parte della Questura e sarà presente personale abilitato ed autorizzato ad informare i giocatori accaniti dei rischi che corrono spendendo eccessivo tempo e soldi in compagnia delle infernali macchinette.

Dulcis in fundo, colpo di scena: la proposta governativa ribalta le previsioni per quanto riguarda la distanza minima tra sale e luoghi sensibili, passando dai 50 metri ipotizzati ai 150 calcolati seguendo il percorso pedonale più breve.

Insomma, c’è da dirsi soddisfatti nell’attesa (e nella speranza) che il testo definitivo dell’accordo venga finalmente ratificato… così com’è.

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