E’ stato presentato anche a Giarre, lo scorso 4 dicembre, il libro di Grazia Messina, La lezione di Josephine. L’iniziativa, organizzata dall’associazione L’agora e dal movimento Coordinamento delle Donne, che si è svolta presso il saloncino della stessa associazione L’Agora, oramai sede abituale di iniziative sociali e culturali, ha registrato la partecipazione di un folto pubblico.
Ad aprire l’iniziativa è stata la presidente della citata associazione, Maria Grazia Polisano. All’incontro ha partecipato la storica dell’Università di Messina, Michela D’Angelo, che ha curato la prefazione del libro.
Hanno dialogato con l’autrice Giusy Romeo e Nunziatina Spatafora. Edwige Caltabiano invece è stato affidato un intervento programmato.
Grazia Messina da oltre vent’anni studia il fenomeno dell’emigrazione, esploso tra fine Ottocento e inizio Novecento, durante il quale sono partite migliaia di persone dalla nostra isola e dal nostro territorio. La ricerca oltre che con suoi libri è testimoniata dall’autrice, anche, con il suo impegno alla realizzazione del Museo dell’Emigrazione di Giarre, di cui è direttrice.
Negli ultimi anni l’autrice ha concentrato i suoi studi sulle vicende e sui percorsi di vita delle donne emigrate, per sfatare l’immagine delle donne che seguivano passivamente i mariti nella loro dura emigrazione. Non erano rari i casi, infatti, in cui gruppi di giovani donne partivano accompagnate solo da un parente o da un conoscente.
L’ultima ricerca di quest’anno dell’autrice è La lezione di Josephine, che è un’accurata ricostruzione storica della vita di Giuseppa Di Mauro, nata nel 1908 ed emigrata, a quattro anni, da Trecastagni in America, precisamente a Lawrence nel Massachusetts.
La piccola Giuseppa, arrivata in questa città americana, dove si andava per le sue fabbriche tessili che offrivano lavoro, non sa ancora che sarà la prima emigrata a diventare maestra di quella città. Lo sa la madre Orazia che con tutte le sue forze volle che sua figlia studiasse per diventare maestra. Giuseppa non si sentì mai plagiata dalla madre, e per tutta la vita le fu grata per averla incoraggiata negli studi, che la portarono negli anni ad acquisire diverse lauree, e per la sua amata professione di insegnante.
La storia di Giuseppa Di Mauro, o di Josephine G. Delva come successivamente si chiamerà, non è solo una storia privata ma, secondo le metodologie storiografiche della microstoria e della storia delle donne, è un tassello della storia generale dell’emigrazione, dell’organizzazione delle partenze da parte delle flotte navali, dei luoghi da dove partivano e dove arrivano queste donne, delle loro aspirazioni ed adattamenti alle nuove relazioni sociali, della comparazione tra le diverse realtà. Tutti elementi che hanno contribuito a segnare le identità personali delle immigrate e il contesto d’approdo .
Nel testo, inoltre, si fa rifermento all’odierna emigrazione intellettuale dei nostri giovani, che seppure oggi nelle terre lontane sono riconosciuti come valore aggiunto, continuano ad impoverire i contesti del nostro Sud.
Il pubblico presente all’iniziativa si è appassionato, ponendo domande all’autrice, apprezzando e commentando il testo che pone problematiche in Sicilia, appunto, ancora irrisolte.











