Malvagna e la sua caratteristica "parlata" celebrate dal poeta José Russotti -
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Malvagna e la sua caratteristica “parlata” celebrate dal poeta José Russotti

Malvagna e la sua caratteristica “parlata” celebrate dal poeta José Russotti

L’intellettuale e vicesindaco del Comune dell’Alcantara ha pubblicato una silloge che trae ispirazione dal dialetto tipico del suo paese d’origine, tradotto dall’autore, con eccellenti risultati, in lingua italiana

Un omaggio ai luoghi d’infanzia, celebrati attraverso la sublimazione del dialetto locale: è la silloge di poesie “Arrèri ô scuru” (“Dietro al buio”), data alle stampe alla fine dell’anno appena trascorso da José Russotti per i tipi della casa editrice romana “Controluna”.

L’autore, nato in Argentina da genitori emigrati lì, proviene dal Comune di Malvagna, in provincia di Messina, dove ha vissuto gli anni giovanili e dove attualmente riveste l’incarico di vicesindaco ed assessore alla Cultura, prodigandosi nell’allestimento di iniziative ed eventi (come l’annuale concorso letterario “Fogghi Mavvagnòti”) che stanno dando lustro al piccolo centro della Valle dell’Alcantara. Russotti sta dunque mettendo al servizio della propria comunità le esperienze e le conoscenze da lui maturate in questi anni partecipando con successo a manifestazioni e premi letterari di rilievo anche nazionale.

José Russotti (primo da destra) con Francesco Giacalone, prefatore della sua recente pubblicazione

Ed un “atto d’amore” verso la sua Malvagna è anche la recente pubblicazione “Arrèri ô scuru” in cui José Russotti ha fatto confluire poesie nel dialetto tipico del suo paese con le relative traduzioni in lingua italiana. Ma tra queste ultime e l’originaria versione vernacolare malvagnese il rapporto è di assoluta autonomia in quanto la poetica dell’autore riesce ad avvincere e ad emozionare in entrambe le forme (solitamente, invece, gli adattamenti in un altro idioma si rivelano poco convincenti e spesso “forzati”).

Come afferma Giuseppe Cerbino, direttore della collana letteraria “Lepisma Floema” di cui fa parte “Arrèri ô scuru”, «le versioni italiane delle poesie di Russotti, che si leggono in questa silloge, non sono una semplice traduzione dal dialetto, ma una “interpretazione”, una rilettura in italiano. Sorprende, infatti, la resa e l’autonomia dei testi “in traduzione”».

Nella prefazione al libro, inoltre, il poeta e scrittore trapanese Francesco Giacalone scrive che «la linfa vitale di Malvagna ha trasmesso a José Russotti il suono popolare grezzo ma vivo, robusto, interiore e sanguigno. In queste liriche si palpa con mano il sapore dolce ed ugualmente acre, duro, erboso ed ancestrale della sua rocca arenaria (‘U Chiappareddu) di fronte all’Etna. Quando poi l’autore si sofferma sulla figura paterna e su quella materna, la sofferenza del ricordo lo induce a versare lacrime in clamorosi versi poetici. Il padre, scomparso quando José aveva undici anni, è il simbolo che diventa mito, il serbatoio delle esperienze del nostro Poeta il quale da adulto non si sottrae ai ricordi dolorosi, anzi consente loro di scorrere sugli scritti insieme alle carezze delle mani ruvide del genitore ed al conforto della presenza materna».

In questa nuova produzione letteraria di José Russotti c’è dunque molto di autobiografico, ma in cui tanti di noi possono riconoscersi ed identificarsi, gustando al contempo il fascino della poesia, sia vernacolare che in lingua italiana.

Rodolfo Amodeo

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