Odissea: dall’Albania a Catania un “mare” di droga. 15 arresti VIDEO -
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Odissea: dall’Albania a Catania un “mare” di droga. 15 arresti VIDEO

Odissea: dall’Albania a Catania un “mare” di droga. 15 arresti VIDEO


Come anticipato questa mattina i finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno tratto in arresto – in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo – 15 soggetti, di nazionalità italiana e albanese, responsabili di traffico internazionale di stupefacenti.
L’indagine, denominata “Odissea” e condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catania su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, ha preso le mosse da una precedente attività condotta nei confronti del cosiddetto “Gruppo della Stazione” (indagine “Reset”), conclusasi nel 2013 con l’arresto di 24 soggetti per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, rapina, usura, armi e droga.

Partendo da alcune evidenze emerse in quel contesto, i finanzieri hanno individuato ulteriori sodalizi dediti al traffico illecito di marijuana in tutta la Sicilia orientale, aventi quale elemento di collegamento i fornitori dello stupefacente. Le indagini permettevano, così, di accertare l’esistenza di due organizzazioni criminali, composte per lo più da albanesi che, pur domiciliati stabilmente in Italia riuscivano a garantire, grazie a costanti contatti con propri connazionali, la fornitura di ingenti quantitativi di marijuana.

Il primo dei predetti gruppi criminali ha base nel Lazio mentre il secondo è attivo tra le province di Catania e Ragusa. È stato anche appurato che i carichi di stupefacenti importati dall’Albania erano per lo più diretti a due organizzazioni criminali catanesi ed, in particolare, ai referenti per il traffico di stupefacenti del “Gruppo della Stazione” e al sodalizio capeggiato da Paolo Di Mauro, esponente di spicco della famiglia mafiosa “Pillera”, deceduto nell’aprile 2014.

L’indagine – avviata nel 2012 sotto la direzione della locale D.D.A. – ha già portato all’arresto, in flagranza di reato, di 19 trafficanti nonché al sequestro di oltre 3.500 kg. di marijuana. In questo contesto si inquadrano, tra gli altri episodi, quelli relativi: all’individuazione a Scordia, nel marzo 2013, di un deposito di stoccaggio di circa 950 kg di marijuana; allo sbarco di due gommoni proveniente dall’Albania, intercettati in Puglia nel novembre 2013, con a bordo 980 kg di marijuana; al sequestro ad Acireale, nel dicembre 2013, di ulteriori 1.520 kg di marijuana stipati su due furgoni e giunti via mare attraverso un gommone dall’Albania.

Sulla scorta della richiesta formulata dal Pubblico Ministero, è ora stato emesso dal Gip del Tribunale di Catania il provvedimento che dispone l’esecuzione di ulteriori 15 misure cautelari (di cui tre agli arresti domiciliari) nei confronti di altrettanti soggetti, 10 dei quali organici ai due sodalizi criminali italo-albanesi responsabili dell’importazione dello stupefacente dall’Albania.

Degli altri destinatari delle misure cautelari, tutti italiani, due sono legati al richiamato “Gruppo della Stazione” mentre i restanti tre sono organici al gruppo riconducibile al defunto Paolo Di Mauro. Con l’esecuzione del provvedimento cautelare sono stati colpiti quei soggetti che, pur non erano stati tratti in arresto in flagranza di reato, erano coinvolti in quanto organizzatori dei traffici illeciti.

Gli arrestati di oggi sono: Galatello Giancarlo (Catania, 25.08.1964), Mufali Oresti (Albania, 23.02.1982), Spagnoli Gabriele (Roma, 15.07.1975), Bottino Domenico (Catania, 10.03.1965), Shqau Albert (Albania, 22.06.1984), Mucaj Erion (Albania, 02.06.1981), Baja Ermir (Albania, 12.12.1969), Shametaj Jodian (Albania, 21.03.1990), Shametaj Emiliano (Albania, 26.04.1987), Hoxhaj Gentian (Albania, 08.03.1980), Hoxhaj Fatjion (Albania, 03.02.1977), Zhuka Erson (Albania, 23.04.1984), Pastura Maria Grazia (Catania, 21.12.1971), Gatto Francesco (Catania, 18.12.1965) e Franco Salvatore (Catania, 19.09.1979). Per gli ultimi tre soggetti è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari, con applicazione del braccialetto elettronico.

I sequestri eseguiti testimoniano come il traffico di marijuana rappresenti ancora oggi una tra le principali fonti di finanziamento delle locali organizzazioni mafiose in ragione dell’elevata disponibilità da parte dei clan della manovalanza necessaria per l’attività di spaccio e degli enormi introiti che tale attività garantisce. Ed infatti il controvalore al dettaglio dello stupefacente sequestrato, pari a 3.500 Kg si aggira, tenuto conto degli attuali prezzi di vendita della marijuana, intorno ai 70 milioni di euro.

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