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Randazzo, sull’elettrosmog il Comune corre ai ripari

Randazzo, sull’elettrosmog il Comune corre ai ripari

Antenna4_WebC’è il sospetto che alcuni impianti possano essere fuori legge e nocivi per la salute pubblica. La popolazione da qualche tempo reclama controlli, ma il Comune non ha la strumentazione per le verifiche tecniche di competenza. Nella località etnea si teme che l’aumento esponenziale delle malattie oncologiche sia da imputare, soprattutto, alla presenza nel centro abitato di antenne telefoniche selvagge. L’Amministrazione cerca di correre ai ripari e di colmare il ritardo conferendo un incarico a un professionista per la zonazione del territorio che integrerà il Regolamento comunale per la minimizzazione dell’esposizione ai campi elettromagnetici la cui proposta di deliberazione presto approderà in Consiglio. La materia, tuttavia, è permeata da dualità che rivela una contraddizione. Da un lato ai vari operatori telefonici si richiede la massima tecnologia, dall’altro lato, invece, si contrasta l’installazione e il potenziamento delle antenne e ci si appella al diritto alla salute sancito dalla Costituzione.

Il progressivo proliferare di antenne per la telefonia mobile che emettono radiazioni in RF (Radio Frequenza) desta continua preoccupazione per la salute della popolazione. Questa fonte inquinante espone le persone che risiedono nelle vicinanze di una stazione radio, o vi sostano nei dintorni per alcune ore al giorno, a un alto rischio di contrarre gravi malattie oncologiche. La legge, dal canto suo, fissa alcuni parametri che le compagnie telefoniche devono rispettare (come ad esempio la distanza dalle abitazioni che non deve essere inferiore a 70 metri) e chiama l’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) a esprimere il parere circa il posizionamento. Una volta ottenuto il parere favorevole da parte dell’Arpa le compagnie telefoniche hanno campo libero e qualora un comune, immotivatamente, non autorizzasse l’installazione, i funzionari commetterebbero un’omissione d’ufficio.

A Randazzo negli ultimi anni la questione ha suscitando un certo fermento nella popolazione. Così come in molti altri centri urbani, localmente si sono costituiti comitati e gruppi spontanei nel tentativo di osteggiare l’installazione di nuove antenne senza, tuttavia, ottenere alcun risultato contro i colossi della telecomunicazione. L’ultima rumorosa rimostranza risale al 2012, anno in cui è stata collocata un’antenna nello stabile dell’ex mulino “Paparo”, a ridosso dell’Istituto comprensivo “E. De Antenna_WebAmicis”, che sorge non lontano da altri edifici scolastici e dall’ex presidio ospedaliero (lungodegenza e riabilitazione). Il comitato costituitosi allora, attraverso una partecipata petizione popolare, chiese che le antenne fossero installate fuori dal centro abitato, in aree di proprietà comunale. In forza della propria autonomia statutaria, già da qualche tempo il comune avrebbe potuto eseguire maggiori controlli per la tutela della salute dei cittadini e disciplinare le aree più idonee all’installazione degli impianti e quelle, invece, da escludere. Ma in questi anni poco o nulla è stato fatto. Tuttavia nell’ultimo periodo la questione circa possibili situazioni di rischio ha avuto un’impennata e lo scorso 23 marzo il dibattito è approdato in Consiglio comunale, convocato in seduta straordinaria e urgente. La richiesta, avente per oggetto “Potenziamento rete telefonica Telecom UMTS a LTE800 ovvero redazione ed entrata in vigore di un Regolamento Comunale per l’installazione ed esercizio di impianti per radio-telecomunicazioni” è stata sottoscritta da undici consiglieri, primo firmatario Carmelo Scalisi. Durante il suo intervento lo stesso consigliere Scalisi, prove alla mano, dimostrò al civico consesso che l’ultimo progetto presentato da Telecom riguardo al potenziamento dell’antenna installata in via Michele Amari (la più grande esistente all’interno del centro abitato e che ospita i ripetitori telefonici sia di Telecom sia di Vodafone), mostra inesattezze sulle quote altimetriche dei vari punti indicati nella relazione sanitaria. Secondo il relatore questa difformità si ripercuoterebbe negativamente anche sulla potenza del campo elettromagnetico che, di conseguenza, potrebbe essere nocivo per la salute umana.

Dopo l’approvazione della mozione d’indirizzo che impegna l’Amministrazione comunale sia a provvedere con la massima urgenza alla stesura di un Regolamento sull’elettromagnetismo sia a procedere con le opportune verifiche tecniche sul campo per accertare la corrispondenza dei dati dichiarati da Telecom, il Vicesindaco Lanza con l’incarico di Assessore all’ecologia, ha disposto l’effettuazione dei controlli. Dalle verifiche eseguite dall’ufficio tecnico con la strumentazione di rilievo topografico messa a disposizione dal Consigliere Scalisi (poiché il Comune non la possiede), sono emerse delle incongruenze significative tra i dati dichiarati sulla carta e quelli accertati nella realtà, dando così ragione a quanto sostenuto da tutta l’opposizione.

Anche su questa vicenda il gruppo consiliare della coalizione dell’ex candidato sindaco Francesco Sgroi è sul piede di guerra e incalza l’Amministrazione. “Costatiamo con stupore che il Sindaco, mentre si preparava alla competizione elettorale, sulla pericolosità delle antenne telefoniche fece uno dei suoi cavalli di battaglia, ma dal suo insediamento fino alla nostra denuncia, stranamente, – dichiara il Consigliere Scalisi – le antenne sono aumentate e del problema sul rischio per la salute pubblica non si è più parlato. Preso atto delle “anomalie” accertate dall’ufficio tecnico, ci auguriamo che s’intervenga per verificare la conformità anche delle altre antenne esistenti nel centro urbano. Auspichiamo – dice Scalisi – che l’Amministrazione si adoperi affinché le antenne, già esistenti o quelle cui si chiederà in futuro l’autorizzazione, siano installate su immobili di proprietà comunale fuori dal centro abitato, cosicché l’eventuale beneficio economico non vada ai singoli, ma, così come le radiazioni, sia distribuito all’intera comunità sotto forma di servizi pubblici e di infrastrutture. Ci auguriamo inoltre che l’Amministrazione proceda in tempi rapidi a varare un Regolamento sull’elettromagnetismo tenendo in debita considerazione quanto emerso durante la seduta consiliare, come ad esempio l’installazione di centraline che misurino il campo elettromagnetico h24 e immettano i relativi dati sul web in modo che la cittadinanza possa essere continuamente informata”.

Il Sindaco Michele Mangione, chiamato in causa, ha fatto sapere che L’Amministrazione comunale, ha già affidato incarico all’Ingegnere Marco Leone affinché curi la zonazione del territorio interessato. Tale studio – fa sapere il Sindaco – potrà essere integrato al Regolamento per la minimizzazione dell’esposizione ai campi elettromagnetici che sarebbe dovuto essere discusso in una seduta congiunta delle commissioni consiliari I e III; seduta che però non si è tenuta a causa della mancanza del numero legale. So che il presidente Grillo si propone di riconvocare le commissioni per arrivare al più presto alla sperata approvazione. Voglio ulteriormente ricordare – replica il Sindaco – che quest’Amministrazione comunale fin da subito si è occupata del problema “antenne” conferendo incarico, nei primi mesi dall’insediamento, a dei professionisti che, però, qualche tempo dopo hanno rinunciato a detto incarico. Ammetto che avremmo potuto cercare di agire in tempi più rapidi per un nuovo incarico, ma, credetemi, non è facile trovare professionisti seri e competenti disposti a lavorare con le poche somme che l’Ente può permettersi. Finalmente, l’ottimo Ingegner Leone ci fornirà presto il lavoro affidatogli in maniera da poter dotare la città di uno strumento che ci permetta di contribuire al meglio alla salvaguardia della salute dei cittadini”.

Gaetano Scarpignato

 

 

 

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