Cambia il gestore, ma i disagi restano. Anzi, in alcuni quartieri sembrano perfino peggiorati. È questo il malumore che serpeggia tra i cittadini di Giarre, alle prese da giorni con gravi disservizi nella fornitura idrica che stanno interessando diverse zone del territorio comunale. Le lamentele si sono fatte insistenti e numerose, tanto sui social quanto presso gli uffici comunali, ma le risposte continuano a mancare.
Le segnalazioni più gravi arrivano da Trepunti, Carrubba, Altarello e persino dal centro storico, dove in alcuni casi l’acqua è completamente assente da giorni o arriva con pressione così bassa da risultare inutilizzabile. Problemi anche a macchia di leopardo nelle frazioni collinari e in altre aree residenziali.
Il tutto accade nonostante il recente passaggio della gestione del servizio idrico al nuovo gestore SIE (Servizi Idrici Etnei), subentrato formalmente con l’obiettivo – almeno sulla carta – di migliorare il sistema di approvvigionamento e di intervento. Ma al momento, per moltissimi cittadini, il cambio ha prodotto solo nuovi numeri da chiamare, spesso senza risposta, e una comunicazione istituzionale pressoché inesistente.
Molti utenti lamentano di non sapere a chi rivolgersi, soprattutto per l’assenza di aggiornamenti ufficiali e la totale inefficienza del sito web istituzionale, spesso fuori servizio o privo di informazioni utili.
“Dopo ore al telefono, l’unica cosa che riesci a sapere è che la tua segnalazione è stata inoltrata. Ma non ti dicono quando, come o se interverranno”, racconta sui social una cittadina.
“È una situazione insostenibile. Paghiamo per un servizio essenziale e ci ritroviamo a riempire bottiglie o a lavarci con l’acqua minerale. Ma di cosa stiamo parlando?”.
A peggiorare il quadro, alcune perdite idriche evidenti e mai riparate continuano a disperdere litri di acqua potabile in strada, come segnalato in via Sturzo e in altre arterie. Un paradosso inaccettabile in una città che in alcune zone è letteralmente a secco.
Dall’amministrazione comunale e dal gestore SIE, finora, nessuna presa di posizione ufficiale. Solo silenzi e centralini intasati.
E mentre l’inverno avanza e le scuole e le famiglie si ritrovano ad affrontare le giornate senza un bene primario come l’acqua, cresce la rabbia. I cittadini chiedono chiarezza, soluzioni strutturali e, soprattutto, rispetto. Anche perché – ricordano in molti – non basta cambiare nome al gestore per cambiare la qualità del servizio.







