“L’ora che manca alla storia Sigonella quarant’anni dopo. Quando l’Italia disse no agli Usa” è il titolo del volume presentato nel salone degli specchi di Giarre, alla presenza degli autori, Salvo Fleres e Paolo Garofalo.
Il testo racconta il caso diplomatico tra Italia e Usa che si verificò nella notte tra il 10 e l’11 ottobre 1985, quando il presidente statunitense Reagan telefonò al presidente del Consiglio Craxi per chiedere la consegna dei palestinesi atterrati a Sigonella e accusati del dirottamento dell’Achille Lauro, ma Craxi gli rispose che i reati erano stati commessi a bordo di una nave italiana, quindi in territorio italiano e sarebbe stata l’Italia a decidere se e chi estradare.
Nel libro, gli autori formulano alcuni inquietanti interrogativi sulla vita del nostro Paese e sul particolare destino politico di Craxi, Cossiga, Andreotti, Di Pietro, Spadolini ed altri protagonisti delle vicende degli anni ‘80 e di oggi, dopo i fatti della notte di Sigonella.
La presentazione è stata promossa da Clessidra 2021, Officina della Stampa, Società Giarrese di Storia Patria e Cultura con il patrocinio del Comune di Giarre.
A dialogare con gli autori, in una conversazione moderata da Rosario Sorace, direttore di Clessidra 2021, sono intervenuti Salvo Andò, presidente della Fondazione Nuovo Mezzogiorno, e Alberto Cardillo, capo di gabinetto dell’assessorato regionale ai beni culturali e dell’identità siciliana. L’incontro è stata un’occasione sia per ricordare il significato e l’importanza dei fatti del 1985, sia per rileggere i fatti attuali.
L’ex ministro Andò ha rilevato che nessuno pensava che dopo la fine della guerra fredda si potesse avere un altro tipo di guerra destabilizzante: durante la guerra fredda, del terrore, c’erano regole e mezzi di dissuasione possibile. Adesso, invece vi sono guerre senza regole. Inoltre, “Era impensabile che la Russia diventasse una potenza regionale, era chiaro che avrebbe fatto qualcosa”.
Alberto Cardillo ha dato atto allo spirito di sacrificio degli uomini in divisa che intervennero nella notte di Sigonella sapendo tenere i nervi saldi. “Nell’azione di Sigonella l’Italia aveva peso e coscienza del peso che aveva, sapeva stare con dignità nel rapporto con gli Usa. Ora con grande difficoltà Italia sta cercando di riconquistare centralità”.
Secondo uno dei due autori, Salvo Fleres, forse ora è il momento giusto per ripensare strumenti che devono portare a equità e solidarietà globale ma si è chiesto chi potrebbe intestarsi una simile operazione simile?
Fleres ha poi ricordato che nella notte di Sigonella Bettino Craxi riaffermò il diritto nazionale e quello internazionale: “Oggi se non si riparte da lì la situazione è tutt’altro che facile”.
Secondo Paolo Garofalo, nella notte di Sigonella Craxi mantenne fermo il diritto nazionale e il diritto internazionale, mentre l’Italia non fece la stessa cosa nei confronti di Craxi che quando chiese di ritornare gli dissero che sarebbe stato arrestato: ancora non c’era stata una condanna, Craxi si era dimesso da tutto e non c’era pericolo di inquinamento di prove o di fuga: fu un eccesso.
Adesso, secondo Garofalo, siamo tornati nel 1800 con il comando degli stati più grossi e l’Europa è caduta in disgrazia.











