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Politica a Giarre, il presidente del Consiglio ufficializza il passaggio all’opposizione. “È venuta meno la fiducia nel sindaco”

Politica a Giarre, il presidente del Consiglio ufficializza il passaggio all’opposizione. “È venuta meno la fiducia nel sindaco”

“Non è una decisione dettata da astio o opportunismo. È un atto di coerenza e di responsabilità verso la città. Credo che il confronto, la trasparenza e la lealtà siano valori irrinunciabili. Quando questi vengono meno, è dovere di chi ha un ruolo istituzionale prenderne atto e agire di conseguenza”.

Con queste parole, stamani, nell’aula consiliare del Municipio, il presidente del Consiglio comunale di Giarre Giovanni Barbagallo, alla presenza del coordinatore regionale di Sud Chiama Nord, Danilo Lo Giudice, e del coordinatore provinciale Davide Vasta, ha annunciato la rottura del rapporto politico con il sindaco Leo Cantarella e il suo conseguente passaggio all’opposizione.

“Ho sempre cercato di svolgere il mio ruolo al meglio delle mie capacità — ha dichiarato Barbagallo — con imparzialità e spirito di servizio, garantendo il rispetto delle istituzioni e delle regole democratiche. Le decisioni che mi accingo a prendere non incideranno sul mio ruolo di presidente, che continuerò a esercitare con equilibrio e terzietà. Tuttavia, il rapporto di fiducia politica con il sindaco si è spezzato: le differenze umane, culturali e amministrative sono ormai incolmabili”.

Il presidente ha poi ricostruito, con dovizia di particolari, le principali cause della rottura, individuando nella mancanza di confronto, nella gestione accentrata e nell’incapacità di programmazione le radici del distacco.

“Fin dall’inizio del mandato — ha spiegato — si è evitato il dialogo con i consiglieri comunali e con le forze politiche che avevano contribuito alla vittoria del 2021. In quasi quattro anni di consiliatura le riunioni di maggioranza sono state appena quattro, di cui una sola realmente politica. Ogni confronto è stato vissuto come un fastidio. Chi chiedeva chiarezza veniva bollato come piantagrane; chi pretendeva trasparenza era considerato sgradito”.

Barbagallo ha citato numerosi episodi emblematici, tra cui la vicenda della gestione dei pignoramenti per oltre 2 milioni di euro e del tentativo, poi respinto, di chiedere la sua sfiducia quale presidente del Consiglio come condizione per proseguire la consiliatura.

“È stato un atto grave — ha sottolineato — un tentativo di forzare le istituzioni e di piegarle a logiche di potere personale. Per fortuna, la maggioranza dei consiglieri ha difeso l’autonomia del Consiglio comunale e la dignità delle sue funzioni”.

Il Presidente ha poi denunciato la “deriva solitaria e personalistica” dell’azione amministrativa, parlando di “un Comune sempre più isolato e incapace di programmare”.

“Non è solo una questione di rapporti personali — ha aggiunto — ma di promesse mancate, confusione amministrativa e assenza di visione politica. Del programma elettorale non è stata rispettata praticamente alcuna parte. Nessun progetto PNRR portato a termine autonomamente, il Palazzo della Cultura resta chiuso, l’ampliamento del cimitero è ancora in emergenza, le strade dissestate, le strisce blu abbandonate, i servizi essenziali garantiti a singhiozzo. Anche il tanto annunciato ascensore per disabili al Palazzo di Città non è mai stato realizzato”.

Barbagallo ha infine confermato la propria volontà di continuare a servire le istituzioni con serietà e rispetto, garantendo a tutti i consiglieri pari dignità e libertà d’espressione: “Il mio impegno non cambia. Continuerò a garantire un Consiglio comunale aperto, ordinato e imparziale. La mia opposizione sarà ferma ma costruttiva, basata su proposte concrete e sull’ascolto dei cittadini. Giarre ha bisogno di una politica che guardi avanti”.

Pieno il sostegno del movimento Sud Chiama Nord. “Una scelta coraggiosa andava presa – spiega il coordinatore regionale Danilo Lo Giudice – È mancato purtroppo il dialogo, così come un percorso virtuoso improntato sull’efficienza, efficacia ed economicità. A questo si sono aggiunti episodi spiacevoli che hanno visto anche attacchi ingiustificati alla figura del presidente del Consiglio. È stata quindi una scelta obbligata e noi come Sud Chiama Nord non possiamo che sostenerla”.

“Da tempo in prima persona ho cercato una mediazione con il sindaco Cantarella per evitare attacchi ingiustificati contro il presidente del Consiglio – evidenzia il coordinatore provinciale Davide Vasta – Queste azioni, purtroppo, sono state perpetrate fino a pochi giorni fa. A questo si aggiungono i motivi politici e le carenze nell’azione di Governo, che il presidente ha ben elencato. Condividiamo quindi la sua scelta, che non si tradurrà in una guerra senza senso all’amministrazione ma in proposte concrete per il bene della città”.

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