Nel convento di Ispica, nel cuore della Sicilia sudorientale, i frati francescani custodiscono uno dei più grandi appezzamenti di terra coltivata dell’Isola. Tra agrumi, ulivi e carrubi, ha preso vita un progetto che unisce lavoro, fede e solidarietà, con una forte attenzione all’ambiente e alle persone più fragili.
Dai prodotti della loro terra i frati ricavano olio, marmellate, liquori, saponi naturali e altre produzioni tipiche, frutto del lavoro manuale di coloro che vivono il convento e che lo sostengono nel nome di Francesco e ne sposano idee e valori. Non ci sono dipendenti, né una logica commerciale tradizionale: i prodotti, coltivati e lavorati grazie all’aiuto di volontari e sostenitori, vengono esposti in un mercatino interno, ad offerta libera, e sono disponibili anche per la spedizione, nel territorio nazionale come all’estero.
L’obiettivo non è il profitto, ma il sostegno concreto alle opere di accoglienza.
“Qui ogni albero, ogni frutto, ogni gesto ha un valore evangelico. Coltivare non è solo lavorare la terra, ma preparare un terreno buono per l’incontro con l’altro”, racconta il frate Giancarlo Guastella.
Il ricavato, infatti, sostiene le attività di ospitalità per migranti, richiedenti asilo e studenti stranieri coinvolti in progetti di work experience, come nel caso di alcuni giovani camerunensi ospiti della struttura negli ultimi mesi.
Il progetto di accoglienza, nato dalla collaborazione con gli enti locali, ha permesso di dare un alloggio provvisorio a numerosi ospiti, molti dei quali arrivati dai Paesi in guerra tramite i corridoi umanitari. I percorsi di prima accoglienza nel contesto italiano, offerti dai frati, sono sempre personalizzati secondo le caratteristiche di chi arriva e possono durare da tre a dodici mesi.
In questo modo i frati della comunità di Ispica aiutano gli ospiti a inserirsi gradualmente nel mondo del lavoro e nella società. Anche dopo la partenza, i frati mantengono spesso un legame con loro, segno di una prossimità che va oltre il tempo dell’accoglienza.
Il convento di Ispica è in comunione con la Curia provinciale francescana di Acireale, che condivide e distribuisce questi stessi prodotti, valorizzando l’economia francescana del dono e della condivisione. Ad Acireale, come a Ispica, ogni vasetto e ogni bottiglia raccontano una storia di cura, fraternità e vangelo vissuto.
In questo contesto si inserisce anche la recente nota della Conferenza Episcopale Siciliana su Cittadinanza e Ius Scholae, in cui i vescovi affermano: “Caritas e Migrantes in Sicilia promuovono un percorso di giustizia e inclusione riguardante gli immigrati di seconda generazione senza cittadinanza, coinvolgendo istituzioni e società civile. La diversità è una risorsa, non un ostacolo.”
Un richiamo forte e chiaro, che si armonizza con l’impegno quotidiano dei francescani: offrire non solo accoglienza, ma anche dignità, futuro e cittadinanza reale a chi arriva in Italia cercando vita nuova.
Ispica si afferma, quindi, come centro di un’evangelizzazione essenziale, concreta e vicina alla quotidianità. Questo progetto testimonia che la prossimità è il cuore pulsante di un annuncio evangelico autentico.