Se vi capita di viaggiare in giro per l’Italia noterete che uno dei luoghi messi peggio in termini di vivibilità, manutenzione delle strade, segnaletica stradale, pulizia e quant’altro vi è proprio il giarrese.
Il ripristino delle sconnessioni del manto stradale richiede tempi lunghissimi, innanzitutto con grave rischio per la pubblica incolumità, tralasciando l’aspetto dell’attrattività del territorio verso i visitatori.
Un esempio emblematico sono le condizioni della via Enrico Fermi che, a dispetto del nome illustre che porta, ha il difetto di essere una strada secondaria e per questo forse meno attenzionata. La pavimentazione a mattonelle, che negli scorsi decenni fu utilizzata anche in tratti di via Teatro, via Tommaseo e anche in via Fermi, ormai è del tutto saltata.
Ma mentre la via Teatro e la via Tommaseo sono state più volte manutenzionate, essendo maggiormente trafficate, la via Fermi non ha avuto la stessa fortuna. Da mesi ormai non solo rischiano di cadere i pedoni e i veicoli a due ruote che la percorrono ma si può rischiare di farsi male o ricevere danni anche solo per via dei sassi che rimbalzano al passaggio delle auto. Il Comune aspetta che qualcuno si faccia male per intervenire?
Al Comune di Giarre mancano i soldi, si sa. I residenti della via Fermi devono quindi autotassarsi per ripristinare il manto stradale, analogamente a quanto hanno fatto alcuni operatori della zona artigianale che si sono sostituiti così a quanto toccava fare al Comune?
E’ chiaro che questa è una provocazione. Ma che notizie ci sono allora in merito alla lotta all’evasione?
Seguendo le sedute di Consiglio più volte è emerso questo problema, con percentuali di evasione altissime delle tasse comunali, anche intorno al 50%. Soldi che non vengono recuperati e che servono anche per sistemare le strade: forse questo renderebbe l’amministrazione impopolare e poi sarebbe più difficile chiedere di essere votati? Ma tanto i cittadini si lamentano lo stesso.
Ritorna alla mente allora il film L’ora legale di Ficarra e Picone che rappresenta, suscitando sorrisi amari, l’autocondanna di questa terra bellissima e sventurata, dove tutti si sanno lamentare ma quanti fanno fino in fondo il proprio dovere per cambiare le cose?