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Giarre, il Consiglio Comunale si riunisce per “difendere” l’ospedale: nuova seduta giovedì 24

Giarre, il Consiglio Comunale si riunisce per “difendere” l’ospedale: nuova seduta giovedì 24

Si è tenuta ieri sera la seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Giarre convocata per affrontare il delicato tema del depotenziamento dell’ospedale Sant’Isidoro, ancora una volta al centro di forti preoccupazioni per il suo futuro e per il diritto alla salute dei cittadini del comprensorio.

L’apertura dei lavori è stata affidata al Presidente del Consiglio, Giovanni Barbagallo, che ha voluto subito chiarire il senso dell’incontro: “È necessario riunirsi ufficialmente in difesa non solo di Giarre ma di un intero comprensorio che viene servito dall’ospedale di Giarre, che ha un bacino d’utenza di oltre 100mila abitanti. Fare fronte comune è l’unico modo per cercare di difendere il presidio sanitario che è di tutti.”

Al centro della seduta, la relazione del sindaco Leonardo Cantarella, che ha tracciato un quadro preoccupante della situazione, ribadendo la necessità di uno scatto istituzionale: “Chiedo l’appoggio pieno del Consiglio e il coinvolgimento attivo dei sindaci dei comuni vicini. Non possiamo più accontentarci degli standard attuali: servono servizi reali, reparti operativi e investimenti concreti”.

“Togliere 14 posti letto, questo è previsto nel nuovo piano di riorganizzazione previsto dall’ASP – ha detto Cantarella – significherebbe smantellare di fatto le unità operative cancellando un presidio essenziale nel nostro territorio. Si registra una scelta incomprensibile dal punto di vista sanitario: attivazione, in sostituzione dei posti letto tagliati, di day hospital privi del necessario presidio ospedaliero per acuti che contrasta fortemente con quanto previsto dal decreto ministeriale n. 70 del 2015 e delle indicazioni chiare dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, che prevedono una netta separazione tra acuti e attività di post acuti.

Ho chiesto al direttore ASP Laganga di rivedere ogni taglio e riduzione proposta contro le normative vigenti. Chiediamo fin da subito l’applicazione della rete ospedaliera attuale e porteremo personalmente a Palermo una relazione sanitaria sottoscritta da tutti i sindaci dei Comuni coinvolti.

Riaffermiamo la necessità di un presidio ospedaliero che eroghi il servizio ordinario ed in urgenza e che possa rispondere al bacino di utenza di 100 mila abitanti residenti.

Si deve riaffermare con forza l’impegno del nostro presidio ospedaliero al massimo della sua potenzialità, al fine di dare alla collettività un presidio con i reparti previsti dal decreto dell’11 gennaio 2019 che prevedeva i seguenti posti letto: 12 di medicina generale, 10 geriatria, 6 chirurgia generale, 8 di ortopedia e traumatologia, 15 di psichiatria, 10 di riabilitazione, 16 di lungodegenza. Su questi dati siamo irremovibili”.

Nonostante l’importanza dell’incontro e le dichiarazioni forti, il dibattito vero e proprio tra i consiglieri è stato rinviato a giovedì 24 luglio, con l’obiettivo di dare a ciascun gruppo politico il tempo di elaborare proposte e posizioni condivise.

Il presidio ospedaliero di Giarre serve un’ampia fetta del territorio jonico-etneo, ma da anni è oggetto di un progressivo ridimensionamento che ha portato a una riduzione drastica dei servizi offerti. Il pronto soccorso lavora a ranghi ridotti, alcuni reparti sono stati chiusi o accorpati e il personale è insufficiente rispetto alla domanda. Il timore è che questa tendenza possa portare, nel tempo, alla completa marginalizzazione della struttura.

Il Consiglio si è impegnato a discutere e deliberare nella prossima seduta del 24 luglio, giorno in cui si attendono proposte concrete, mozioni condivise e una linea unitaria da portare anche ai tavoli regionali. L’obiettivo: evitare che l’ospedale Sant’Isidoro venga ulteriormente depotenziato e che la sanità pubblica del territorio venga lasciata a morire per inerzia.

Nel frattempo, resta alta l’attenzione della cittadinanza e degli operatori sanitari. E questa volta, la politica locale non può più permettersi di voltarsi dall’altra parte.

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