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Francavilla di Sicilia e la pensione “dimenticata”

Francavilla di Sicilia e la pensione “dimenticata”

L’Inps continua a versare puntualmente l’emolumento mensile ad un signore deceduto esattamente un anno fa. Ma gli eredi, che a suo tempo comunicarono immediatamente il decesso del congiunto agli uffici competenti, non possono disporre di tali somme in quanto incorrerebbero nel reato di truffa. Una situazione paradossale che stride con le difficoltà finanziarie lamentate dall’istituto previdenziale italiano

Ricorre in questi giorni l’“anniversario” di una singolare anomalia nella gestione della cosa pubblica italiana, della quale ci eravamo già occupati nello scorso settembre dalle colonne di questo giornale online. Nel febbraio di un anno fa, infatti, veniva a mancare un cittadino di Francavilla di Sicilia del quale la figlia continua a tutt’oggi a percepire la pensione, malgrado sia lei che i funzionari municipali del Comune dell’Alcantara abbiano tempestivamente comunicato ai competenti uffici periferici dell’Inps, aventi sede nel Comune messinese di Santa Teresa di Riva, la dipartita del pensionato.

Il paradosso è che queste dodici mensilità sino ad oggi maturate, rimangono bloccate sul relativo conto corrente in cui l’ente previdenziale le versa in quanto, se venissero spese, l’erede del defunto beneficiario verrebbe accusata di truffa. Ma, in realtà, è la stessa Inps, ossia in pratica lo Stato, che si “autotruffa” da sé destinando inutilmente i propri soldi a persone che non ci sono più.

Ed è ancora più paradossale il fatto che, ormai da tempo, i massimi dirigenti di tale istituto non perdono occasione per sbandierare ai quattro venti lo “spauracchio” di non poter più far fronte ai propri compiti istituzionali, ventilando addirittura l’ipotesi di fallimento, mentre alla fine si scopre che possono permettersi il lusso di pagare le pensioni anche… ai morti.

In tutto ciò, è certamente da ammirare l’onestà della figlia del compianto pensionato, la quale non si è mai minimamente azzardata a “toccare” gli emolumenti versati al padre che non c’è più: tutto l’opposto, insomma, di quei familiari di persone andate all’altro mondo delle quali non viene denunciato il decesso onde poter continuare a riscuotere le relative indennità pensionistiche (anche a costo di nasconderne i cadaveri in un qualsivoglia anfratto della propria abitazione o, addirittura, nel… frigorifero); si profila, in tali casi, una truffa all’Inps che, una volta smascherata, obbliga l’artefice del reato in questione a restituire all’ente previdenziale quanto indebitamente percepito durante il periodo della “non denunciata” morte del congiunto.

Così, ad un anno esatto dall’“incipit” della curiosa (ci si perdoni l’eufemismo…) vicenda ed a cinque mesi dalla nostra pubblica denuncia giornalistica al riguardo (letta da migliaia di persone, ma stranamente ignorata da chi di competenza), abbiamo nuovamente contattato la figlia del pensionato “in eterno” per sapere se ci sono novità al riguardo.

«La novità – ci ha risposto la signora (la quale preferisce mantenere l’anonimato) – è che il conto corrente su cui l’Inps continua inspiegabilmente ad accreditare la pensione di mio padre non posso nemmeno azzardarmi a chiuderlo: alla beffa, dunque, si aggiunge il danno, visto che tenere aperto quell’inutile, ma “intoccabile”, conto corrente mi costa circa quaranta euro l’anno! Per il resto, così come vi dichiarai nello scorso settembre, accarezzo sempre più seriamente l’idea di destinare quei soldi a delle iniziative di beneficenza, di cui oggi c’è tanto bisogno. Mi chiedo poi chi avrà il coraggio di denunciarmi e venirmi a chiedere la restituzione di tali somme!… Ma i pubblici impiegati addetti a questo tipo di pratiche non si rendono conto che questo loro comportamento omissivo tiene bloccato del denaro che, con i tempi che corrono, potrebbe essere impiegato per garantire il pagamento di un’altra pensione o, comunque, per altri interventi di utilità sociale?!…».

Per quanto ci riguarda, siamo pronti a scommettere che non è questo l’unico caso di pensione “persa” erogata dall’Inps: in tutta Italia, a parte i fraudolenti “occultamenti di cadavere”, ci saranno sicuramente tante altre “dimenticanze” di questo tipo, la cui colpa è esclusivamente da ascrivere a certa pigra ed inefficiente (ma ben stipendiata!…) burocrazia.

E ci rendiamo conto, al contempo, come gli sprechi nella spesa pubblica italiana non consistano solo nelle “auto blu” o nelle scandalose “paghe” di politici e superburocrati, ma anche in altri tipi di sperperi che finiscono col passare inosservati pur incidendo, sommati ad uno ad uno, notevolmente e negativamente sulla più che precaria economia del nostro Paese. E questo, tanto per restare in tema, lo sanno anche… i morti.

Rodolfo Amodeo

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