È stata una seduta di Consiglio comunale carica di tensione e abbandoni quello che oggi ha visto l’approvazione del rendiconto di gestione 2024 a Giarre. Un via libera arrivato sul filo del rasoio, dopo ore in cui la maggioranza ha vacillato.
Tutto inizia con una gaffe istituzionale: a poche ore dalla seduta, il sindaco Leo Cantarella convoca in tutta fretta una riunione di Giunta, nel tentativo di ricompattare le fila e rassicurare i suoi. Peccato che, nel farlo, abbia irritato i consiglieri comunali, snobbati in favore dell’esecutivo, dimenticando che – quando si parla di bilancio – la competenza è esclusiva del Consiglio.
Il risultato? Una mini debacle: alla prima convocazione delle 16:00 il numero legale non viene raggiunto. Volti tesi, telefonate frenetiche e promesse dell’ultima ora, ci vorrà una seconda chiamata alle 17:00 per garantire la regolarità della seduta.
A peggiorare il clima, le assenze eccellenti: mancano il ragioniere capo Trischitta, figura chiave del bilancio comunale, e il dott. Lipari, esperto del sindaco. Due assenze che non passano inosservate, soprattutto per chi – come il consigliere Strazzeri – decide di lasciare l’aula proprio per la mancanza della parte tecnica a supporto del rendiconto.
Non va meglio con Tania Spitaleri, che in un intervento durissimo abbandona l’aula dopo aver definito l’atteggiamento del Sindaco «irrispettoso e fuori luogo». «Cantarella ha dimenticato che il bilancio è materia del Consiglio e non della Giunta. Ha sbagliato metodo e ha sminuito il ruolo dei consiglieri», tuona prima di uscire dall’aula.
Segue a ruota l’abbandono di Angelo Spina, irritato per la bocciatura della sua richiesta di sospensione della seduta. A quel punto, con le defezioni che si sommano e i numeri sempre più risicati, il voto sembra appeso a un filo.
In questo clima ad alta tensione arriva il colpo di scena: il consigliere Santo Primavera, noto per la sua storica contrarietà agli strumenti finanziari, annuncia voto favorevole, spiegando che «questa volta voto sì per dare fiducia ai tecnici Trischitta e Lipari. Meritano di portare a termine il loro lavoro».
Toni duri anche da Salvo Cantarella, che non risparmia critiche al primo cittadino: «Il sindaco ha sbagliato due volte. Primo, per aver inviato una lettera priva di fondamento giuridico al consiglio. Secondo, per non aver coinvolto in tempo il Consiglio. Votiamo sì, ma con riserva. Basta decisioni calate dall’alto».
Alla fine, il rendiconto viene approvato con voto favorevole della maggioranza residua, ma con un’unica astensione significativa: quella del Presidente del Consiglio Giovanni Barbagallo, che con coerenza ha manifestato il suo dissenso rispetto alla condotta del Sindaco e ha ricevuto, in aula, il plauso di diversi consiglieri, a conferma di un malumore diffuso.
La seduta odierna ha mostrato tutti i limiti di una maggioranza politicamente fragile. Il sindaco appare sempre più isolato, incapace di mantenere coesa la sua squadra, mentre le tensioni crescono e le fratture si moltiplicano.
Il rendiconto è passato, sì. Ma il prezzo politico pagato è alto. E per l’amministrazione Cantarella si apre una nuova fase di riflessione (forzata): o si cambia passo nei rapporti istituzionali, o il rischio è quello di una paralisi consiliare permanente, tra sedute al limite del numero legale, abbandoni e voti al vetriolo.