Una seduta ad alta tensione, quella dell’ultimo Consiglio Comunale di Giarre, dove la discussione sulla proposta di istituzione dell’imposta di soggiorno ha messo in luce tutte le crepe della maggioranza che sostiene il sindaco Leonardo Cantarella. Un dibattito acceso, culminato con il rinvio del punto all’ordine del giorno e un’escalation di polemiche.
L’imposta di soggiorno è il tributo che viene applicato ai turisti per ogni notte di pernottamento nelle strutture ricettive del territorio comunale, con lo scopo di finanziare interventi in ambito turistico, culturale e ambientale.
Diversi consiglieri, anche della stessa maggioranza, hanno espresso forti perplessità, sia nel merito della proposta, sia sulle modalità con cui l’iter è stato gestito. A sgombrare il campo dai dubbi tecnici ci ha pensato il presidente del Consiglio Giovanni Barbagallo, chiarendo che la delibera, trattandosi di istituzione e regolamentazione di un nuovo tributo, non poteva prescindere dal parere obbligatorio dei Revisori dei Conti, parere che a oggi non risulta acquisito.
Sotto accusa, ancora una volta, è finita la gestione dell’assessore Giuseppe Cavallaro, reo – secondo alcuni – di aver portato avanti l’iter senza un adeguato confronto con il Consiglio. Alla fine, con un clima sempre più teso, il punto è stato rinviato in attesa del parere dei Revisori, ma il danno politico era già fatto.
Debiti fuori bilancio e scontro tra Musumeci e Spitaleri
La seduta è poi proseguita con l’esame di due proposte di riconoscimento di debiti fuori bilancio. A presiedere i lavori, in sostituzione di Barbagallo, il vicepresidente Raffaele Musumeci, il quale, nel tentativo di accelerare i tempi, ha deciso di “tagliare” il dibattito, limitando gli interventi di diversi consiglieri con “disappunto” del consigliere Di Grazia.
A insorgere, poi, è stata la consigliera Tania Spitaleri, che ha stigmatizzato il comportamento del vicepresidente accusandolo di “eccesso di zelo e cesura del dibattito”, con un affondo personale che ha fatto rumore in aula: “Forse il vicepresidente è troppo impegnato a farsi foto in piazza o a dare consigli su cosa acquistare per arredare il Comune, piuttosto che garantire il rispetto del dibattito democratico.”
Una stoccata diretta che ha inasprito ulteriormente il clima
Ma il colpo di scena finale è arrivato pochi minuti dopo, quando lo stesso Musumeci ha interrotto bruscamente l’intervento del consigliere Gabriele Di Grazia, suo stesso collega di gruppo consiliare, che aveva chiesto di esprimersi sull’esito della votazione. Un gesto che ha lasciato tutti di stucco e che ha chiuso la seduta tra mormorii, mugugni e tensione palpabile.
Il Consiglio si è così concluso in un clima di palese spaccatura all’interno della maggioranza, con una parte dell’aula che mal digerisce metodi e atteggiamenti sempre più autoritari di alcuni esponenti della Giunta.
Il quadro politico è chiaro: la maggioranza, all’apparenza bulgara, appare più fragile che mai. La questione dell’imposta di soggiorno – che doveva rappresentare un atto amministrativo di routine – si è trasformata in una miccia accesa sotto la sedia del sindaco Cantarella, che adesso si ritrova con una squadra disunita, litigiosa e sempre più difficile da gestire e tutto in Consiglio lascia presagire che questa non sarà l’ultima puntata.