Il sindaco Giuseppe Intelisano è il nuovo presidente del Parco Fluviale dell’Alcantara, succedendo al dimissionario Giuseppe Arena che si era insediato a giugno e dimessosi pochi mesi dopo.
La decisione è stata presa all’unanimità dai componenti del Comitato esecutivo dell’Ente Parco, riunitosi lo scorso 27 ottobre. Presenti alla seduta: il direttore reggente, Antonino Lo Dico; il sindaco di Calatabiano, Giuseppe Intelisano (dal 2016 vice presidente del Parco); il sindaco di Randazzo, Francesco Sgroi; l’ispettore capo del Corpo Forestale di Catania, Francesco Badalà.
“Svolgerò questo incarico con il massimo impegno – dichiara, il sindaco Intelisano – nell’ottica di garantire continuità alle politiche poste in essere dal mio predecessore, Giuseppe Arena, volte alla promozione e alla tutela dell’ambiente. Il Parco ha molte criticità e problematiche da risolvere; allo stesso tempo vanta un patrimonio immenso, sotto il profilo geologico, floristico e faunistico, archeologico, pertanto rappresenta una straordinaria risorsa turistica e culturale per un territorio molto vasto che, allo stato attuale, abbraccia 12 Comuni del messinese e del catanese, tra cui Calatabiano. E’ mio intendimento, in qualità di Presidente, convocare a breve un incontro con tutti i sindaci e con l’assessore regionale Cordaro, per stabilire un percorso comune e tutte le iniziative da attuare per il buon funzionamento dell’ente”.
Intelisano, a questo punto, vista la breve esperienza del suo predecessore Arena, è il primo presidente reale dell’Ente Parco dopo una lunga stagione di commissariamenti durata ben 15 anni ed ha un compito gravoso.
L’Ente Parco Fluviale dell’Alcantara, nato nel 2001 per tutelare un habitat tanto raro quanto delicato, si estende per quasi 2000 ettari, con un’asta fluviale lunga circa 50 km dalle sorgenti alla foce. Abbraccia dodici Comuni a cavallo tra le aree metropolitane di Messina e Catania, di cui il fiume è confine geografico, e vanta numerose specie endemiche di flora e fauna, peculiarità geologiche, beni monumentali ed archeologici di grande livello e prodotti del territorio di grande qualità.
Ma il Parco vanta anche un tasso di inquinamento non comune con situazioni ataviche e irrisolte che compromettono sempre più l’equilibrio naturalistico della zona. Noi ce ne siamo occupati con una inchiesta (clicca e leggi Fiume Alcantara e inquinamento marino: disamina di un disastro ambientale) e diverse sono le denunce delle associazioni ambientaliste negli anni (clicca e leggi Alcantara: il fiume che non c’è e Francavilla di Sicilia: segnalazione di “Legambiente Taormina-Alcantara” contro il disastro ambientale di contrada Zavianni e Blitz di Goletta Verde alla foce dell’Alcantara: livelli di inquinamento altissimi).
Adesso ci aspettiamo un impegno serio e costante affinché si possano affrontare e risolvere queste problematiche. Lo sappiamo, non è facile, ma bisogna iniziare (e non più a studiare i problemi che sono ben noti) a trovare soluzioni definitive che saranno anche “impopolari” ma non più rinviabili. Il fiume Alcantara tempo non ne ha più. Buon lavoro.