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Riposto, una testimonianza per non dimenticare l’orrore

Riposto, una testimonianza per non dimenticare l’orrore

In occasione della Giornata della memoria, al salone del vascello del Comune di Riposto si è svolta una cerimonia nel ricordo delle vittime dell’eccidio nazista (olocausto), dove ha relazionato il dott. Francesco Perlasca figlio di Giorgio, che ha salvato molti ebrei ungheresi dalla furia nazista.

In coincidenza con tale evento nei locali della Pro Loco di Riposto si è inaugurata una mostra fotografica ad opera di Michele Giusa, fotoreporter dilettante, nonché patron del premio alla sicilianità assieme al dott. Angelo Spina di “Sicilia è”. All’inaugurazione è intervenuto il suddetto relatore che ha definito la mostra “molto interessante” ed ha condiviso i momenti immortalati. Erano presenti: il Sindaco dott. Enzo Caragliano, l’assessore alla Cultura, Carlo Copani, il consigliere Valerio Cucè e numerose altre personalità.

Le foto sono state scattate da Michele Giusa durante una gita turistica in Polonia, recandosi ad Auschwitz per rendersi edotto dei campi di sterminio (lager) dove venivano deportati i prigionieri della seconda guerra mondiale; visitando il famigerato campo di Birkenau ed il campo di lavoro di Monowitz. In questi luoghi è avvenuto uno dei più grandi massacri che la storia possa ricordare. Il campo di Auschwitz venne liberato il 27 gennaio del 1945, ed è in questa data che ricorre la Giornata della memoria, che commemora le Vittime dell’Olocausto. I flash riportano le atrocità commesse ai danni dei deportati ed i maltrattamenti a cui venivano sottoposti. Una realtà nuda e cruda che ci fa riflettere e pensare profondamente sulla crudeltà che esiste sulla Terra e all’ingiustizia dominante.

La Mostra ha fatto anche tappa al III Circolo comprensivo “G. Macherione” di Giarre per far conoscere anche ai ragazzi delle nuove generazioni, la feroce realtà con cui veniva trattata la popolazione di razza ebraica, calpestando i diritti degli esseri umani. Nei trasferimenti venivano utilizzati vagoni/bestiame e le persone erano accalcate come animali, senza spazio per poter respirare.

Per campo di concentramento di Auschwitz si intende il vasto complesso di campi di concentramento e di lavoro nelle vicinanze di Oswiecim in Polonia. Riassumendo brevemente, i prigionieri politici venivano tatuati con relativa numerazione, identificati e destinati o ai campi di concentramento o ai campi di lavoro. Molti di loro venivano confinati in lager e poi destinati alle camere a gas,k per poi trasferire i cadaveri in appositi forni crematori. Una testimonianza di queste infernali attrezzature esiste come museo/storico presso la risiera di San Sabba a Trieste.

La mostra dà ampia dimostrazione di quanta ferocia esista nel mondo e la mancanza di rispetto verso l’essere umano.

Isidoro Raciti

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