L’Etna torna a farsi sentire minacciosa. Una forte esplosione seguita da una grossa colonna di fumo e cenere vulcanica hanno annunciato la ripresa dell’attività stromboliana nel giorno della vigilia di Natale.

Da questa mattina alle 9,59 con la prima scossa di terremoto di magnitudo 2.7 con epicentro Milo è stato un susseguirsi di terremoti (16 ad ora) con epicentro principalmente tra Milo e Zafferana ma anche Linguaglossa e Ragalna. Il sisma più intenso è stato registrato alle 13,08 con magnitudo 4.0 ed epicentro a 6 km da Zafferana Etnea.

A partire dalle 11:40 – fanno sapere dall’Osservatorio etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – le reti di videosorveglianza hanno mostrato l’apertura di una nuova fessura eruttiva localizzata ad est dell’area craterica sommitale, ad un’altitudine presunta di circa 3000 metri sul mare, che genera attività stromboliana.

Contestualmente, la fessura eruttiva apertasi in precedenza sul fianco meridionale del Nuovo Cratere di Sud-Est continua la sua intensa attività stromboliana, generando anche una colata lavica che si propaga lungo la parete occidentale della Valle del Bove. I fenomeni eruttivi sono accompagnati da un incremento significativo del tremore vulcanico.

Non solo forti boati che sono stati avvertiti per tutta la mattinata nell’hinterland, ma ad impressionare è stata la densa colonna di fumo nero misto a cenere vulcanica che si è mossa verso i paesi alle pendici del vulcano.

Tra i Comuni più colpiti Zafferana Etnea dove una vera e propria pioggia nera si è abbattuta sulle abitazioni. Un regalo di Natale dell’Etna non proprio gradito dagli abitanti pedemontani.