L’eccezionale eruzione dell’Etna del 1879 -
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L’eccezionale eruzione dell’Etna del 1879

L’eccezionale eruzione dell’Etna del 1879

E’ stata dettagliatamente analizzata dal giovane Guglielmo Manitta, studente universitario in Geologia residente nella frazione castiglionese di Verzella, che vi ha dedicato un corposo volume di oltre seicento pagine, ricco di dati, documenti ed immagini d’epoca riguardanti il particolare fenomeno che attirò l’attenzione di tutto il mondo

leruzione-delletna-del-1879-vista-dal-campanile-della-chiesa-di-mojo-alcantaraNon sempre chi si iscrive ad un corso di studi universitario è pienamente convinto della strada intrapresa. Non è questo il caso di Guglielmo Manitta, studente di Verzella, frazione di Castiglione di Sicilia, iscritto al primo anno della Facoltà di Scienze Geologiche dell’Università di Catania, il quale per la geologia nutre una passione innata.

Basta dare una sbirciata al suo curriculum per accorgersi che negli ultimi cinque anni (quindi da quando ancora frequentava le scuole superiori) Manitta ha prodotto diverse pubblicazioni di vulcanologia storica, cui adesso si aggiunge il corposo volume, di oltre seicento pagine, intitolato “L’eruzione dell’Etna del 1879, problema dell’Italia unita. Dall’apparato eruttivo a Passopisciaro”, un’opera che non sembra ascrivibile ad una semplice matricola universitaria, bensì a qualche docente di lungo corso. Eppure Guglielmo ha, come suol dirsi, “bruciato le tappe” dando vita ad uno studio accuratissimo e supportato da una ricchissima documentazione, quasi come a voler percorrere “a ritroso” la carriera universitaria, ossia cominciando dalla… tesi di laurea.

Tale accuratissima ricerca tratta dell’eruzione etnea iniziata il 26 maggio del 1879 e conclusasi undici giorni dopo, ossia il 6 giugno dello stesso anno, che minacciò seriamente i centri abitati dei paesi della Valle dell’Alcantara ubicati ai piedi del vulcano (come Mojo, Castiglione di Sicilia, Randazzo, Francavilla, ecc.). Fu a seguito di tale evento che l’Etna venne annoverata dal Governo nazionale del tempo tra le calamità naturali da monitorare presenti nel territorio italiano.eruzione-delletna-del-1879-gli-abitanti-di-mojo-alcantara-in-fuga-dal-paese

Nel suo volume, dunque, Guglielmo Manitta ha raccolto ed analizzato tutte le testimonianze (ossia articoli dei giornali dell’epoca, foto, stampe, xilografie, ecc.) relative a quelle preoccupanti dodici giornate nonché l’ingente documentazione attestante l’interesse a livello nazionale ed internazionale per tale fenomeno, a cominciare dalla lirica “A l’Etna” che all’eccezionale colata dedicò l’illustre poeta Gabriele D’Annunzio.

«Da un punto di vista geologico – spiega il giovane studioso – l’eruzione del 1879 costituisce certamente uno dei fenomeni eruttivi più importanti del territorio etneo del XIX secolo, sia per la peculiarità di aver prodotto contemporaneamente due colate su due fianchi opposti del vulcano (quello a Nord e quello a Sud) e sia per l’attenzione che vi è stata prestata da parte di scienziati, giornalisti e curiosi di ogni parte del mondo. Ed in un’Italia che da pochi anni aveva raggiunto la sua unità nazionale, i nuovi governanti si mobilitarono affinché il vulcano Etna fosse attentamente studiato e monitorato, appoggiando in particolare le ricerche del vulcanologo Orazio Silvestri. A dimostrare tale interesse da parte delle pubbliche istituzioni dell’epoca è la fitta corrispondenza inedita tra vari Ministeri, che ho quasi integralmente pubblicato nel mio volume assieme a tutto ciò che sono riuscito a reperire in merito all’evento in questione ed ai collegati fenomeni sismici. Ciò che ha stupito anche il sottoscritto nel corso di questo studio è il grande risalto che all’eruzione del 1879 riservarono i giornali di tutto il mondo, alcuni dei quali, non conoscendo il nostro territorio, nelle loro cronache al riguardo storpiavano i nomi delle località interessate, con Alcantara che diventava “Alcanata”, Solicchiata “Silicchia” o “Solchiato”, Passopisciaro “Passapescaro”, Muganazzi “Mugazzi”, e così via dicendo».

la-prima-pagina-di-un-giornale-straniero-dedicata-alleruzione-delletna-del-1879Per entrare in possesso di tutta questa esaustivissima documentazione, Guglielmo Manitta ha dovuto “scarpinare” non poco in lungo ed in largo per la penisola (recandosi, in particolare, presso biblioteche nazionali ed archivi cartacei dei giornali del tempo) in quanto per condurre una ricerca seria e scrupolosa non ci si può affidare solo al materiale esistente sul Web.

“L’eruzione dell’Etna del 1879, problema dell’Italia unita” è stato ufficialmente presentato nei giorni scorsi presso la Biblioteca Comunale “Vincenzo Bellini” di Catania alla presenza, tra gli altri, della vulcanologa Sonia Calvari, dirigente di ricerca presso l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) del capoluogo etneo, e del fratello maggiore dell’autore nonché editore e critico letterario Giuseppe Manitta, il quale con la sua casa editrice “Il Convivio” ha curato la pubblicazione dell’opera, che non è l’unico “atto d’amore” di Guglielmo Manitta per la vulcanologia etnea.

Oltre ai suoi precedenti saggi sul tema, cui prima accennavamo, c’è anche una particolare esposizione da lui allestita all’interno del Museo Etnoantropologico “Valle Alcantara” realizzato anni addietro dalla sua famiglia nella borgata castiglionese di Verzella presso la sede dell’Accademia Internazionale “Il Convivio”, fondata e presieduta dal papà Angelo Manitta. Guglielmo ha, infatti, voluto dedicare un’apposita stanza all’esposizione di numerosissimi esemplari di minerali vulcanici etnei da lui collezionati, con annesse foto e stampe d’epoca raffiguranti le varie colate laviche verificatesi nel corso dei millenni.

Rodolfo Amodeo

 

FOTO: Guglielmo Manitta e la copertina del suo recente volume e, dislocate nell’articolo, alcune immagini d’epoca sull’eruzione dell’Etna del 1879 da lui raccolte e pubblicate

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