Come “battezzare” il Parco di Naxos? -
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Come “battezzare” il Parco di Naxos?

Come “battezzare” il Parco di Naxos?

I soliti beceri e sterili campanilismi rischiano di mettere a repentaglio una preziosa opportunità di sviluppo turistico e socioeconomico. Ma, come spiega il noto operatore culturale giardinese Giovanni Bucolo, Taormina non dovrebbe pretendere alcuna “citazione” nella denominazione della nuova area archeologica, istituita dalla Regione Siciliana, in quanto deve la sua esistenza agli originari abitanti della sottostante comunità

La Regione Siciliana ha recentemente istituito il “Parco Archeologico di Naxos”, da cui potrebbero trarre benefici economici e d’immagine i vari Comuni ricadenti nel comprensorio taorminese e nell’attigua Valle dell’Alcantara. Ancora una volta, però, i soliti beceri e sterili campanilismi locali minacciano di mandare a gambe all’aria quella che potrebbe rivelarsi un’interessante e proficua iniziativa, in quanto in questi giorni è sorto il “problema” se intitolare tale nuovo polmone turistico-culturale “Parco di Naxos” piuttosto che “Parco di Taormina-Naxos”. Su tale “disputa” dice la sua Giovanni Bucolo, noto e stimato operatore culturale di Giardini Naxos, che sulla questione era già intervenuto oltre un anno fa.

«Secondo il mio modesto parere – dichiara Bucolo – non vi è alcun motivo di natura storica, logica o geografica per cambiare il nome del “Parco Archeologico di Naxos” in “Parco di Taormina–Naxos”. Questo perché la storia dei Greci in Sicilia inizia proprio con Naxos, ossia la prima colonia qui fondata nel 734 a. C.. E saranno gli esuli di Naxos a fondare in seguito la città di Taormina. Il Teatro Antico di cui la vicina cittadina si fregia, pertanto, è conseguente alla storia di Naxos: questo per dire che se non ci fosse stata Naxos, il mondo non avrebbe potuto fruire di tale meraviglioso monumento.

«Come mai, inoltre, nessuno ha osservato che l’appellativo “Parco Archeologico Taormina-Naxos” potrebbe indurre i visitatori di Taormina ad ingannevoli aspettative?! Questo perché, sulla base degli studi e delle classificazioni ufficiali vigenti in questo particolare ambito, il concetto di “parco archeologico” va riferito ad una considerevole estensione territoriale di diversi ettari di verde, comprendente un complesso monumentale antico. A questa descrizione corrisponde perfettamente il sito archeologico di Naxos che, sino a prova contraria, insiste nel Comune di Giardini Naxos. Invece, che io sappia, nel territorio di Taormina non vi è un’area archeologica con le caratteristiche sopra indicate.

«Temo, pertanto, che questo dibattito sia di natura meramente campanilistica e politica, e quindi non comprendo questa manifesta volontà di negare a Giardini Naxos un suo diritto, ovvero il suo unico ed inestimabile tesoro: il proprio passato ellenico, eredità preziosa che inorgoglisce i suoi abitanti e nobilita il suo territorio, che privato di tale primato risulterebbe mutilato ed orfano. “A ciascuno il suo”, direbbe l’illustrissimo Leonardo Sciascia: perché la “Storia” – conclude Giovanni Bucolo – non si discute».

Rodolfo Amodeo

 

FOTO: Giovanni Bucolo su uno scorcio dell’attuale Parco Archeologico di Giardini Naxos  

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