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Catania: Bianco edita il “suo” giornale e scoppia la polemica

Catania: Bianco edita il “suo” giornale e scoppia la polemica

Fino a qualche anno fa l’idea di creare un “organo di stampa” del Comune sarebbe stato impensabile. Si preferiva spendere migliaia, migliaia e migliaia di euro sul quotidiano cittadino per la cosiddetta “comunicazione istituzionale” ma oggi qualcosa è cambiato in termini di “equilibri” e perché no di budget ed è cambiato anche il modo di informarsi.

Per questo l’Amministrazione Bianco ha pensato bene di creare in proprio un “organo di stampa” (o house organ come viene chiamato adesso) ufficiale che raccontasse la propria attività, le “cose fatte”, insomma che facesse un po’ di pubblicità alla propria attività, senza, magari, avere il fastidio di una critica, come se non ci fossero già sufficienti testate autonome a raccontare ai cittadini le “valintizze” della casa comunale. In città se ne avvertiva una assoluta esigenza.

Una pubblicazione (“Catania comunica” è il nome della testata), pensate un po’, nell’era del digitale, dell’informazione “veloce”, che avrà cadenza addirittura trimestrale e che sarà stampata in 55.000 copie; roba da fare invidia ai colossi della grande distribuzione o ai centri commerciali.

A sottolineare le “storture” di una simile idea è intervenuto ieri il consigliere comunale del Partito Democratico Niccolò Notarbartolo che ha depositato un’interpellanza (clicca e leggi l’Interpellanza_Catania Comunica 27.11.2015) sull’argomento sollevando più dubbi e sulla valenza dell’attività “giornalistica” comunale e sulla gestione della stessa chiedendo, tra le altre cose, di “revocare il bando per la realizzazione dell’house organ e ridefinirlo secondo procedure meno dannose per l’editoria locale e più trasparenti in merito alla conduzione del giornale”.

“Un giornale che contiene 46 foto del primo cittadino su 32 pagine – scrive Notarbartolo in una nota – non può far altro che tradire la funzione della comunicazione istituzionale, che dovrebbe rivolgersi a tutti i cittadini con lo scopo di informarli. “Catania Comunica” invece si presenta come l’ennesimo tentativo di strumentalizzazione della cosa pubblica a fini privati ed egoistici, rivolgendosi inevitabilmente solo a una parte della città, in spregio all’idea virtuosa di un rapporto pubblica amministrazione-cittadino imperniato sul diritto all’informazione e alla fiducia”.

La domanda di fondo rivolta da Notarbartolo è una: “L’Amministrazione comunale ritiene che quella contenuta nel bollettino “Catania Comunica – le 326 cose fatte da Bianco in 2 anni” sia l’informazione istituzionale che il Comune intende promuovere?”.
“La comunicazione pubblica dovrebbe essere improntata a rigorosi canoni di trasparenza e imparzialità rappresentando un dovere a cui corrispondono i diritti dei cittadini come quelli all’informazione, all’assistenza, alla conoscenza e alla semplificazione – scrive Notarbartolo – Questi diritti per il cittadino impongono l’obbligo per l’Amministrazione di fare informazione e solo questa, escludendo quindi forme di comunicazione improntate alla propaganda”.

Il consigliere dei Democratici contesta anche le modalità di affidamento del bollettino comunale alla società Lime Edizioni srl di Milano e di scelta del direttore responsabile: “Appare paradossale aver deciso, o aver indirettamente consentito che ciò accadesse, di affidare il ruolo di Direttore del periodico a un professionista definito in più occasioni e anche dall’assessore comunale Saro D’Agata portavoce personale del primo cittadino, anziché attingere alle risorse umane comunali” contesta Notarbartolo, ricordando che “esiste nella dotazione organica del Comune personale iscritto all’albo dei giornalisti in grado di adempiere ai compiti, come peraltro affermato dalla Corte dei Conti che in passato per fattispecie analoghe ha condannato ben 17 amministratori comunali”.

Notarbartolo chiede inoltre all’Amministrazione di “revocare immediatamente il bando di sponsorizzazione per la realizzazione dell’ house organ, per ridefinirlo secondo procedure meno dannose per l’editoria locale e più trasparenti in merito alla conduzione del giornale”: “Credo infine che sia opportuno – conclude – chiarire anche la più volte reclamata linearità su ruoli e responsabilità dell’Ufficio stampa comunale a cui per legge è affidato il delicato compito della comunicazione istituzionale, secondo criteri di trasparenza e imparzialità”.

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