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Macchia: i ministranti portano in auge San Tarcisio

Macchia: i ministranti portano in auge San Tarcisio

Da quattro anni, il culto in onore di San Tarcisio a Macchia rappresenta un inderogabile appuntamento per i fedeli della parrocchia “Maria SS. della Provvidenza”, ascrivibile alla predetta frazione. A propugnare il recupero di una tradizione religiosa che si era già in passato consolidata nel canovaccio di rituali cui la comunità macchiese puntualmente ottempera, è stata l’associazione ministranti “San Vito Martire”, coordinata da Davide Leonardi.

L’intreccio tra la devozione dell’associazione ministranti verso il loro santo patrono, ovvero San Tarcisio, e gli intendimenti del parroco don Mario Fresta in materia di ripristino di una celebrazione che onora il giovane martire in questione, ha determinato la riproposizione di questa solennità. L’esigenza di rilanciare il culto è nata dalla consapevolezza che San Tarcisio fu il primo martire dell’Eucarestia. San Tarcisio, vissuto a Roma nella prima metà del 200 dopo Cristo, si era impegnato a consegnare l’Eucarestia ai cristiani prigionieri nelle carceri. Nell’epoca in cui l’imperatore Publio Licinio Valeriano con due editti scatenò la persecuzione ai danni dei cristiani, il giovane Tarcisio si propose di fungere da “Cristoforo” (portatore di Cristo).

Quest’incombenza affidatagli su sua esplicita richiesta, gli costò però la vita. Un manipolo di facinorosi di giovane età lo prese infatti di mira scagliando contro di lui delle pietre mentre egli stringeva al petto le Eucaristie, affinchè nessuno le sottraesse a lui. Malgrado i tentativi dei ragazzi di fargli aprire le mani, il giovane ragazzo, seppur ridotto in fin di vita a seguito del lancio di pietre da parte dei giovani, resistette. E quando essi si scagliarono verso di lui per strappargli definitivamente il Corpo di Cristo, il soldato Quadrato intervenne per allontanare quel manipolo di facinorosi da Tarcisio. Tarcisio lo ringraziò e prima di spirare gli raccomandò di consegnare quelle Eucaristie ai cristiani in prigione.

Infervorati dalla conoscenza del nobile esempio offerto da Tarcisio, i giovani ministranti della parrocchia “Maria SS. della Provvidenza” di Macchia, affiancati da don Mario Fresta, si sono prodigati al fine della celebrazione dell’evento. Don Egidio Vecchio e don Gabriele Patanè hanno ufficiato le due rispettive funzioni religiose nella chiesa Maria SS. della Provvidenza. L’associazione ministranti “San Vito Martire”, coordinata da Davide Leonardi, oltre a farsi carico del restauro della portantina del simulacro di San Tarcisio e degli abbellimenti della stessa, ha donato al Santo una palma argentea, simbolo della vita, della vittoria e del martirio.

Umberto Trovato

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