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Linguaglossa: giovedì incontro con il giovane regista Luca Arcidiacono

Linguaglossa: giovedì incontro con il giovane regista Luca Arcidiacono

Per il cartellone estivo “Linguaglossa Etna-2015” nell’ambito della kermesse “Il sogno del cinema”, è prevista per giovedì, 06 agosto ore 21.30, la proiezione di due mediometraggi “Qualcosa di più” e il “Tempo che resta”, del regista Luca ArcidiaconoDurante l’incontro saranno presenti il regista e gli attori.

Dopo il diploma conseguito presso il liceo delle Scienze Umane di Giarre, Luca Arcidiacono si è trasferito a Roma per studiare Cinema presso l’Università di Roma Tre, dove ha conseguito la laurea triennale nel 2014 e, attualmente, prosegue gli studi specialistici.

Parallelamente, si è formato in regia cinematografica con corsi e workshop (con, ad esempio, il regista Sergio Rubini o l’aiuto regista Ciro Scognamiglio) e si diletta nel realizzare cortometraggi e medio metraggi low-budget diretti, e spesso anche scritti, dallo stesso Luca. Da gennaio 2014 ha iniziato a lavorare, dopo un tirocinio, presso la società di produzione cinematografica e televisiva Cattleya s.r.l. come assistente alla regia e casting per un progetto che a breve vedrà la luce sul grande schermo.

Attualmente, oltre a questo e a vari cortometraggi ora come regista, ora come aiuto regista, lavora ad un cortometraggio che girerà ad agosto a Roma ed è pronta la sceneggiatura per il suo esordio al lungometraggio, che spera di poter girare nella prossima primavera 2016 in Sicilia.

“Il tempo che resta”, il primo mediometraggio di Luca, narra la storia di un ragazzo (Daniele Virzì) che vive, per sua scelta, lontano dalla famiglia e da qualsiasi rapporto umano e che, a seguito dell’improvvisa scomparsa del padre, torna in paese e scopre di avere così tanto da dirgli ma di essere arrivato troppo tardi. Per obbligo di testamento dovrà però distribuire le ceneri del padre in tre luoghi che lo accompagneranno nel suo viaggio di redenzione nei confronti del padre e soprattutto di sé stesso.

«“Qualcosa di più” – sottolinea Arcidiacono – è risultato essere il copione più complicato da portare a termine. Non certo per la complessità della storia che porta ancora temi quotidiani e rapporti in un contesto leggero e dinamico, quanto per l’idea da cui partire e perché stavolta c’era forse qualcuno che si aspettava qualcosa da noi, dopo la sorpresa de “Il tempo che resta”. Non è stato semplice focalizzare i personaggi e trovare il soggetto che mi convincesse e appagasse del tutto ma alla fine è arrivata quell’idea che mi, che ci, ha rapito e, parola dopo parola, abbiamo chiuso un copione, scelto un cast, fatto delle riprese e adesso montato per razionalizzare in parole, immagini e musica la follia di un mestiere come questo”.

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