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Ospedale di Giarre, il malcontento della Rete delle associazioni

Ospedale di Giarre, il malcontento della Rete delle associazioni

La rete delle associazioni: «leso il diritto alla salute. La rifunzionalizzazione del P.O. non offre servizi adeguati al bacino d’utenza e rischia di penalizzare anche il “vicino” ospedale di Acireale»

La Rete delle associazioni ritorna a dire la propria a proposito della vicenda dell’ospedale del distretto di Giarre. La scorsa domenica, su proposta di Salvo Liotta dell’associazione “Città Viva” ha organizzato un sit-in di provocazione sulla chiusura del Pronto Soccorso di Giarre con la partecipazione di una cinquantina di utenti, mentre ieri ha disdettato il programmato incontro con Giuseppe Caudo. All’incontro era prevista la partecipazione di Francesco Candido (presidente associazione “Confcommercio Giarre”), Francesco Camuglia (presidente associazione. “Madre Teresa”), Salvatore Garraffo (vice presidente “Centro Aiuto alla Vita”), Angelo D’Anna (presidente associazione Città Viva) Armando Castorina (dirigenza associazione “Confcommercio Giarre” e componente associazione “Città Viva”), Ezio Epaminonda (presidente associazione “Esonemea”), Andrea La Ganga (presidente dell’associazione “L’Agorà”).

“L’incontro con  Giuseppe Caudo, componente della segreteria particolare del presidente della Regione Rosario Crocetta – come ci dice Armando Castorina componente della Rete delle Associazioni – era già stato programmato qualche giorno addietro, prima ancora che si avesse conoscenza del piano di rifunzionalizzazione dell’intero presidio ospedaliero. Nel momento in cui si è conosciuto il destino della nostra struttura ospedaliera dove il pronto soccorso viene ridimensionato ad un semplice ambulatorio per i codici gialli e verdi e solo negli orari diurni, non aveva più senso avviare un interlocuzione”.

“La scelta appena approntata è evidente che non risponde alle esigenze del territorio e penalizzerà sensibilmente anche l’operato della struttura ospedaliera della vicina Acireale, indicata come la struttura di riferimento che si è dimostrata già inadeguata alla richiesta di sevizi sanitari del bacino di riferimento. Vorrei ricordare che sommando gli abitanti di Giarre e di Acireale con i rispettivi hinterland arriviamo ad una popolazione del 4% su base regionale, motivo per cui l’intero territorio deve avere una struttura adeguata al bacino, nonostante si tendi di centralizzare l’offerta sanitaria verso le grandi città mettendo a repentaglio la sicurezza del cittadinio. Detto ciò, Giarre e l’hinterland per la posizione logistica e la popolazione servita dall’ospedale avrebbe tutti i parametri per essere preservato. Per questo motivo siamo sfiduciati, disillusi e al contempo arrabbiati perché crediamo che la politica ha sacrificato una comunità intera ad interessi che ne calpestano diritti e pari dignità! La sfiducia arriva al punto che non crediamo neppure nel percorso di rifunzionalizzazione appena presentato”.

“Negli ultimi mesi – continua Castorina – varie figure istituzionali a vari livello, con visite ufficiali, hanno fatto promesse che puntualmente sono state disattese. In vista delle prossime elezioni  continueremo a batterci affinché possa esserci un vero ricambio rispetto a chi disattende oggi degli impegni assunti e dimostra l’incapacità a sapere dare una svolta decisiva nel rispetto della vera democrazia!”.

La Rete delle Associazioni, ricordiamo, si occupa della vicenda ospedale da oltre 5 anni, durante i quali, si è fatta promotrice di una raccolta di oltre 16.500 firme, di incontri ed audizioni presso la Prefettura, ha ottenuto visite e confronti con la Commissione Parlamentare d’Inchiesta sugli Errori e Sprechi sanitari; ha organizzato manifestazioni in piazza con il coinvolgimento delle scuole superiori e diverse assemblee pubbliche; ha coinvolto la cittadinanza anche con l’esposizione di striscioni e lenzuoli per sensibilizzare sul problema; ha coordinato il confronto con analoghi comitati nati contestualmente a Caltagirone, Militello e Paternò; ha partecipazione a trasmissione televisive sulla tematica salute, inviato un esposto alla magistratura, inviato lettere al Presidente della Repubblica ed altri rappresentanti istituzionali. Alcuni componenti, infine, fanno tutt’ora parte del comitato consultivo provinciale dell’ASP Catania.

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