Presso l’Istituto Comprensivo De Amicis-Don Milani di Randazzo, il Comandante della Compagnia Carabinieri di Randazzo, Capitano Luca D’Ambrosio, ha incontrato gli alunni delle classi quinte elementari, alla presenza del dirigente dell’Istituto, professor Malfitana, per parlare delle minacce del web: dal sexting, anticamera del revenge porn, al furto d’identità, dal grooming o adescamento on-line, alle deepfake, sempre più frequenti con il diffondersi dell’uso dell’Intelligenza Artificiale su immagini, video, audio, per creare contenuti che sembrano veri ma, in realtà, non lo sono.
Il Capitano ha messo a fuoco i rischi della rete per i piccoli internauti, con le possibili conseguenze, sul piano civile e penale, legate ad un uso inappropriato dello strumento informatico, evidenziando anche gli strumenti a loro tutela, soprattutto in un contesto, quello odierno, in continua evoluzione.
In questo quadro, sono state menzionate alcune delle norme più importanti, come la Legge 17/2017 che, oltre a dare una definizione di bullismo e cyberbullismo, ha stabilito, in capo al personale scolastico, l’obbligo di segnalazione di quel tipo di dinamiche; il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, che impone alle aziende che trattano i dati dei cittadini europei il rispetto dei diritti di accesso e di modifica delle proprie informazioni, o il cd “diritto all’oblio”, e ancora, l’obbligo per i fornitori di servizi di accesso ad Internet (ISP), di implementare sistemi di controllo parentale, ovvero, di filtro ed eventuale blocco, ai contenuti inappropriati per i minori.
Numerose le riflessioni suscitate nel giovane uditorio che ha partecipato attivamente dall’inizio alla fine. Da un rapido censimento, tutti hanno ammesso di avere uno smartphone, e molti di avere diversi profili social; poi, alcuni studenti ha chiesto consigli su come tutelarsi di fronte agli haters, che commentano negativamente e spesso violentemente i post, e hanno domandato come poter aiutare concretamente chi è vittima di cyberbullismo.
Oltre a rispondere alle domande, i Carabinieri hanno evidenziato l’importanza della “chiamata all’azione” da parte di tutti: non rimanere a guardare, ma agire. Hanno quindi esposto le strategie da attuare di fronte al cyberbullismo e agli altri rischi connessi nel mondo virtuale: chiedere l’aiuto ad un adulto fidato, che sia un genitore, un insegnante, uno psicologo, ma anche un carabiniere, aiutare la vittima a sottrarsi alla situazione e accoglierla nel proprio gruppo; stabilire coi propri genitori regole sull’uso dei dispositivi (orari, siti sicuri).
I Carabinieri, presenti capillarmente sul territorio con le Stazioni locali, sono sempre a disposizione del cittadino, pronti ad aiutare la comunità che gli è stata affidata.






