Francavilla, intervista a Lino Monea, ex sindaco e leader del gruppo di opposizione "Scriviamo Insieme il Futuro" -
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Francavilla, intervista a Lino Monea, ex sindaco e leader del gruppo di opposizione “Scriviamo Insieme il Futuro”

Francavilla, intervista a Lino Monea, ex sindaco e leader del gruppo di opposizione “Scriviamo Insieme il Futuro”

Il Comune dell’Alcantara sta attraversando un periodo di marcata incertezza, determinato da una crisi economico-finanziaria che potrebbe incidere ulteriormente sulle possibilità di sviluppo del territorio, già caratterizzato da condizioni di disagio.

Il costante declino demografico degli ultimi anni, unitamente all’invecchiamento della popolazione e all’assenza di strategie mirate per attrarre nuovi residenti, favorire investimenti e creare opportunità occupazionali, rappresenta uno dei principali elementi che contribuiscono alla riduzione dell’attività economica del territorio.

Sotto l’aspetto sociale e culturale, la cittadina oggi appare meno vivace, energica e dinamica rispetto ai decenni passati, soprattutto se si pensa agli anni ’70 e ’80.

Nel tempo, le trasformazioni sociali e tecnologiche hanno progressivamente indebolito il senso di comunità, la condivisione delle idee e il dialogo tra le persone.

La diminuzione dei luoghi di incontro fisici, come piazze, quartieri e circoli ricreativo-culturali, ha significativamente ridotto le opportunità di interazione spontanea.

All’interno di tale scenario, la comunità della chiesa locale assume un ruolo rilevante nella promozione delle relazioni sociali, fungendo da punto di riferimento e fornendo sia supporto spirituale che materiale attraverso iniziative e incontri organizzati.

Un tempo Francavilla veniva celebrata come la “capitale della Valle dell’Alcantara”, espressione usata in un servizio giornalistico pubblicato a Roma dal giornalista Orsino Orsini il 26 ottobre 1974; questo titolo evocava orgoglio, centralità e una vivacità che la distingueva nell’intero territorio. Oggi questa definizione sembra ormai superata, offuscata dalle difficoltà e dai profondi cambiamenti che hanno interessato la società.

Abbiamo quindi scelto di rivolgerci all’ambito politico, riconoscendone il ruolo centrale all’interno del contesto sociale e culturale, dando avvio a una serie di interviste con personalità del mondo della politica locale.

Il primo intervistato è Lino Monea, 72 anni, medico chirurgo, già docente e ricercatore presso la facoltà di Medicina dell’Università di Messina. Nel corso della sua lunga carriera politica ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali, tra cui quello di sindaco di Francavilla (2012-2017), presidente del Consiglio Provinciale di Messina e assessore ai Lavori Pubblici. Monea sottolinea che, grazie alle risorse finanziarie da lui lasciate alla Provincia negli anni precedenti, sono stati realizzati interventi infrastrutturali significativi, quali la messa in sicurezza di una grossa frana sulla SP5, il rifacimento del manto stradale in via Regina Margherita e la costruzione della tensostruttura. Oggi guida il gruppo di opposizione “Scriviamo Insieme il Futuro” in Consiglio comunale.

L’obiettivo era esaminare le proposte della sua formazione e analizzare la situazione politica francavillese, con particolare attenzione alle dinamiche attuali e con uno sguardo agli sviluppi futuri per la comunità.

Il dottor Monea ha recentemente affrontato la perdita della consorte, la dottoressa Lina Silvestro, rinomata pediatra stimata sia a livello locale che provinciale, venuta a mancare in seguito a una grave malattia.

– Dr. Monea, Francavilla ha dimostrato grande solidarietà nei suoi confronti durante quel periodo complesso.

«Ancora oggi ricevo numerose attestazioni di stima e affetto sia a Francavilla che altrove, per le quali desidero esprimere il mio più sincero ringraziamento. Sono profondamente grato per l’affetto dimostrato nei confronti di mia moglie e per la considerazione rivolta anche alla mia persona. È proprio questo legame che mi ha portato a scegliere di continuare a vivere in questo paese, dove mi sento particolarmente vicino a mia moglie e dove posso riconoscere la solidarietà delle persone che mi hanno dato fiducia. Per questo motivo, sono determinato a ricambiare quanto ricevuto, sia attraverso il mio ruolo di medico, sia eventualmente come amministratore qualora ci fossero le condizioni».

Originario della provincia di Reggio Calabria, Monea ha mantenuto nel tempo uno stretto legame con la cittadina dell’Alcantara, non soltanto per il matrimonio contratto con una cittadina di Francavilla, ma anche per un consolidato senso di appartenenza e vicinanza nei confronti della comunità locale, nella quale il politico annovera numerose conoscenze e amicizie.

«Vuole assaggiare questi biscotti? Preferisce il gusto alla cannella o al limone?», mi viene chiesto mentre vengo accolto nello studio a Francavilla. La stanza contiene numerosi libri, varie pile di carpette e una scrivania su cui si trovano principalmente documenti politici, come atti amministrativi, delibere e interrogazioni consiliari; molti di questi risalgono al periodo in cui Monea ricopriva la carica di sindaco della cittadina dell’Alcantara.

– In che modo Francavilla è cambiata nel corso del tempo rispetto alle sue prime frequentazioni?

«La questione presenta una notevole complessità e risulta difficile fornire una risposta esaustiva. Nel tempo, si sono susseguite numerose dinamiche, nuove condizioni e profondi cambiamenti sociali e culturali, come dimostrano l’avvento dei nuovi strumenti di comunicazione e il ruolo crescente dei social media. Anche la sfera politica ha subito radicali trasformazioni, accompagnate da ripetute modifiche alle regole che disciplinano il sistema, in particolare le diverse leggi elettorali, che hanno spesso generato confusione e disorientamento nell’opinione pubblica, contribuendo a una certa disaffezione verso la politica stessa.

Lo vediamo purtroppo anche nella scarsa partecipazione del pubblico ai Consigli comunali qui a Francavilla. In verità, occorre anche dire che l’utilità di presenziare a tali incontri risulta ridotta, poiché le sessioni si concentrano spesso sulla ratifica di variazioni relative a bilanci che non sono stati più predisposti o presentati.

Forse la politica non ha saputo spiegare alla gente quanto sia importante valutare gli amministratori e come amministrano il denaro pubblico. Per quello che mi riguarda, le posso dire che l’attuale Amministrazione ha vissuto, e forse ancora oggi vive, sulla scorta di quell’eredità che ha trovato dal passato, un’eredità buona, però che sono riusciti a dilapidare con un modo di amministrare assolutamente incapace».

– Nella zona storica si registra una forte diminuzione del numero di negozi: su Corso Umberto rimangono due attività e su via Vittorio Emanuele quindici, distribuite su un percorso superiore al chilometro. Il resto sono saracinesche chiuse e molte abitazioni vuote, fenomeno che si osserva da molti anni e che rispecchia tendenze simili in altre aree.

«Il problema deve essere affrontato senza pregiudizi. Attualmente non intendo attribuire responsabilità specifiche a questa Amministrazione; tuttavia, è evidente che le piccole realtà stanno perdendo parte del loro potenziale attrattivo, anche a causa della mancanza di pianificazione territoriale.

A titolo esemplificativo, il Piano Regolatore Generale (PRG) risulta scaduto. Nel 2016 una delibera aveva chiaramente affidato all’Amministrazione la possibilità di aggiornare questo strumento, ma, indipendentemente dalle motivazioni addotte, non si è riusciti a portare il processo a termine.

Questo aspetto assume particolare rilevanza poiché, con la progressiva desertificazione del centro storico, oltre a negozi e abitazioni chiuse, si riscontrano casi di immobili abbandonati, che pongono anche questioni di natura igienico-sanitaria.

Queste condizioni impediscono la nascita di nuove idee. I giovani non vedono prospettive future; il turismo richiede offerte attrattive che non si possono realizzare se, nei mesi estivi, le strutture ricettive non riescono neppure a garantire l’acqua.

In Sicilia, come in molte zone del nord, le amministrazioni comunali cercano di attrarre nuovi residenti. Nel nostro comune, ad esempio, non si è investito sull’agroalimentare, un settore in cui gli operatori locali potrebbero offrire prodotti di qualità.

Durante il mio mandato come sindaco, venivano sollevate critiche riguardo la presenza di erbacce in paese e la mancanza delle strisce pedonali. Attualmente, la quantità di erbacce è triplicata e le strisce pedonali non sono state più realizzate da circa nove anni.

La rimozione dei cassonetti maleodoranti è stata realizzata attraverso un progetto per lo smaltimento dei rifiuti e l’organizzazione della raccolta differenziata, avviato dalla mia Amministrazione con la collaborazione dell’allora assessore Salvatore Bardaro.

Gli attuali amministratori stanno invece gestendo male la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, non sfruttando gli strumenti previsti dal progetto originario. Di conseguenza, la pulizia nel paese manca e ci si chiede perché i turisti dovrebbero scegliere Francavilla.

Senza turisti è difficile mantenere aperti i negozi, soprattutto perché l’attività commerciale si è trasformata nel tempo e i grandi centri commerciali hanno messo in crisi i piccoli esercenti. Tuttavia, una pianificazione territoriale a Francavilla avrebbe potuto attrarre più visitatori.

Francavilla sta diventando un paese popolato soprattutto da anziani, poiché molti giovani se ne vanno per mancanza di opportunità. L’attuale Amministrazione non ha affrontato efficacemente il problema dello sviluppo. Diciamoci la verità: Francavilla deve dire grazie ad alcuni imprenditori locali che stanno comunque portando nel mondo il nome del nostro paese».

– La situazione economico-finanziaria del Comune si presenta articolata e complessa. Qual è la sua valutazione sullo stato attuale delle finanze dell’Ente e quali sono, a suo avviso, le principali problematiche.

«La situazione attuale evidenzia un dissesto economico-finanziario, sebbene non sia stato ancora formalmente dichiarato. Sono previsti ulteriori adempimenti nei prossimi mesi, ma sulla base di informazioni dirette acquisite durante una recente riunione alla quale abbiamo partecipato insieme al Commissario regionale e al Revisore dei conti, e analizzando le loro relazioni scritte e i documenti ufficiali, risulta evidente che il dissesto è ormai concreto. Il Piano di Riequilibrio, infatti, non appare sostenibile.

Il giudizio è negativo: l’attuale Amministrazione non ha saputo gestire la situazione economico-finanziaria del comune. Non si tratta di una posizione politica, ma di un dato di fatto. Durante il mio mandato da sindaco, ho gestito con attenzione le finanze comunali per evitare rischi economici. Ho agito in modo responsabile per mantenere la stabilità dell’ente e garantire servizi efficienti ai cittadini».

– Di recente, la maggioranza politica attualmente al governo dell’Amministrazione comunale ha dovuto fronteggiare alcune situazioni critiche al suo interno, come evidenziato dalle recenti dimissioni del vicesindaco e assessore Gianfranco D’Aprile. Lei ha fatto riferimento a un “malessere” nella maggioranza. Potrebbe gentilmente spiegare cosa intendeva con questa affermazione?

«Da tempo si vocifera di divergenze e visioni differenti riguardo all’attività amministrativa, ma non sono noti i motivi precisi. Durante il Consiglio comunale, il consigliere Gianfranco D’Aprile, ex vicesindaco, ha comunicato di sentirsi affaticato e sotto stress, tanto da non riuscire più a sostenere il proprio incarico. Ha inoltre sottolineato che non riteneva ci fossero le condizioni per proseguire il lavoro comune, poiché le sue richieste non trovavano riscontro.

Alcune affermazioni appaiono ingenue, poiché chi ricopre un ruolo all’interno dell’Amministrazione assume anche le responsabilità proprie di un amministratore. Di fronte a possibili attriti interni, qualora il vicesindaco trovi difficoltà a collaborare efficacemente con il personale, spetta al sindaco intervenire per ristabilire un clima di serenità e favorire l’operatività di tutti i membri della squadra. Tuttavia, se tali condizioni non vengono garantite, si può ipotizzare che vi siano divergenze tra il sindaco e il vicesindaco o che al vicesindaco non venga riconosciuto lo spazio necessario per svolgere il proprio ruolo. Le giustificazioni ufficiali e le dichiarazioni pubbliche possono essere soggette a diverse interpretazioni, ma a mio modo di vedere lasciano il tempo che trovano».

– Durante diverse sedute del Consiglio comunale, ha più volte invitato il sindaco Enzo Pulizzi a valutare le dimissioni. Però nel 2014, e per i successivi tre anni e mezzo, dopo lo scioglimento del Consiglio dovuto alla mancata approvazione del Bilancio 2013, lei decise di mantenere la carica di primo cittadino. Alcuni definirono quella circostanza come un “fallimento della democrazia”.

«Le situazioni sono totalmente diverse. Nel 2014, il Consiglio comunale non ha sfiduciato la mia persona. Al contrario, è stato lo stesso Consiglio a determinare la propria decadenza, non avendo compreso pienamente le conseguenze derivanti dalla mancata approvazione di un bilancio che risultava regolare. Va inoltre sottolineato che la norma secondo cui il Consiglio comunale veniva sciolto per mancata approvazione del bilancio o dei consuntivi è stata successivamente abrogata.

La decisione non è stata una sfiducia sull’azione amministrativa, che proseguiva positivamente, ma un atto ad personam rivolto a farmi andare via.

In quel contesto, l’attività amministrativa è andata avanti regolarmente, lasciando in eredità all’attuale amministrazione diverse iniziative, tra cui la gestione dei rifiuti urbani, il museo Ma.Fra., gli scavi archeologici e il piano regolatore.

Ho chiesto al sindaco Pulizzi di dimettersi perché la sua amministrazione ha creato le premesse per il dissesto economico-finanziario. Se davvero tiene al paese, dovrebbe dimettersi immediatamente per favorire la ripresa. Avrebbe dovuto farlo prima, con maggiore consapevolezza».

– Qual è la sua valutazione sull’attività svolta dall’Amministrazione comunale in relazione ai servizi pubblici, come l’acquedotto comunale?

«Il prossimo 31 ottobre scadrà il bando pubblicato lo scorso aprile, che prevede una dotazione finanziaria di 47 milioni di euro. Tale importo risulta limitato, in quanto nel più recente Piano triennale delle opere pubbliche del comune è stato inserito un progetto per il rifacimento della rete idrica interna, il cui investimento complessivo nell’arco dei tre anni ammonta a 15 milioni di euro.

È difficile che il Comune di Francavilla ottenga risultati concreti; al contrario, altri comuni vicini, come Roccella Valdemone, hanno ricevuto finanziamenti fino a un milione di euro.

Un amministratore che ci tiene e che vuole fare qualcosa dovrebbe attivarsi. Le porte dovrebbero essere aperte a tutti i sindaci; tuttavia, non tutti possiedono il carisma e la capacità di affermarsi in maniera efficace e raggiungere risultati significativi.

La gestione dell’acqua è stata inefficiente in questi anni. Se non fosse stato per le due pompe idrauliche lasciate dalla precedente amministrazione, ci sarebbero stati seri problemi fin dall’inizio.

Poi non parliamo di quello che è successo nell’arco degli anni, quando addirittura è stata immessa nella rete idrica comunale acqua non idonea al consumo umano: io non l’avrei mai fatto. Tutte queste cose sono cose che la dicono lunga sulla incapacità, spregiudicatezza e improvvisazione degli amministratori.

E parlando di acqua, lo sa che Francavilla non era mai stata inserita nel Piano per l’Assetto Idrogeologo Regionale (PAI)? E questo lo si deve alla mia Amministrazione. Il Piano è uno strumento fondamentale per la difesa dal rischio idrogeologico, tanto è vero che è stato finanziato il rifacimento del costone roccioso lungo il fiume San Paolo».

– Quali sono gli obiettivi del gruppo “Scriviamo Insieme il Futuro” e come viene immaginato il futuro della cittadina?

«Il gruppo “Scriviamo Insieme il Futuro, che probabilmente avrà bisogno di essere un attimo ripreso, forse con un’altra denominazione, immagina per Francavilla un futuro al momento incerto e segnato da difficoltà, con molte nuvole all’orizzonte.

Il futuro dipende dalla capacità di chi guiderà il Comune: se la fiducia continuerà a essere data agli stessi, temo che il destino di Francavilla sia segnato in maniera inesorabile».

– Attualmente, è possibile considerare l’eventualità di una sua ricandidatura alla carica di sindaco di Francavilla in occasione delle prossime elezioni comunali?

«Nella vita non si può mai escludere nulla. Qualora ci fosse una convergenza sulla mia persona e la coalizione alla quale intendo contribuire decidesse di propormi per un incarico, valuterei la possibilità a condizione che vi siano i presupposti per lavorare in modo adeguato, consapevole che si tratterebbe di un compito molto impegnativo. Se ci si pensa davvero, non si accetta: serve un gesto impulsivo, consapevoli di sacrificare la propria vita per un certo tempo».

Luigi Lo Presti

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