Operazione Isolabella, pesante sentenza della Corte d'Appello -
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Operazione Isolabella, pesante sentenza della Corte d’Appello

Operazione Isolabella, pesante sentenza della Corte d’Appello

La Corte d’Appello di Catania, Prima Sezione penale ha pronunciato e pubblicato mediante lettura la sentenza a carico degli imputati coinvolti nell’inchiesta Isolabella scaturita dal blitz della guardia di finanza di Catania nei confronti del clan Cintorino, espressione della famiglia mafiosa catanese dei Cappello, attivi nel capoluogo etneo, a Calatabiano e nel Messinese tra Giardini Naxos e Taormina: 31 le persone arrestate (26 in carcere, 5 ai domiciliari) accusate, in concorso, di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsioni, trasferimento fraudolento di valori, usura, associazione finalizzata al narcotraffico, detenzione e spaccio di stupefacenti nonchè rapina.

Sequestrati, in quella circostanza,  i beni riconducibili ai clan Cappello-Cintorino e Santapaola-Ercolano dal valore complessivo di oltre 1 milione di euro: si tratta di una società di noleggio di acquascooter, un bar e un lido balneare di Giardini Naxos e una ditta attiva nel settore dei lavori edili. Nella rete delle attività economiche più redditizie controllate dai Cappello-Cintorino spicca il business delle escursioni turistiche con barche da diporto nel tratto di mare antistante Isola Bella di Taormina.

Cosi come disposto dai giudici è stata riformata la pena per Salvatore Fichera (esclusa l’aggravante mafiosa) 4 anni di reclusione e 24 mila euro di multa, mentre è stata rideterminata la pena, già ridotta per il rito, nei confronti di Silvestro Macrì in anni dodici mesi uno e giorni otto di reclusione;  Carmelo Porto (che dopo il blitz delle Fiamme gialle decise di collaborare con la giustizia entrando nel programma di protezione) in anni nove mesi uno e giorni venti di reclusione;  Gaetano Scalora, esclusa la contestata recidiva, in anni due mesi quattro e giorni ventiquattro di reclusione, e per l’effetto, revoca la pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici.

E’ stato inoltre dichiarato inammissibile l’appello proposto dal Pubblico Ministero nei confronti di Timpanaro Giuseppe. Confermate tutte le altre condanne:   Pasqualino Bonaccorsi, 12 anni 10 mesi e 20 giorni; Agnese Brucato, 6 anni e 8 mesi; Domenico Calabrò, 3 anni 4 mesi e 28 mila euro di multa; Fortunato Cicirello, 3 anni (a titolo di continuazione); Francesca Colosi, 10 anni e 2 mesi e 20 giorni; Giuseppe D’Arrigo, 10 anni 2 mesi e 20 giorni; Gaetano Di Bella, 15 anni 5 mesi e 20 giorni; Luigi Franco, 12 anni e 6 mesi e 20 giorni; Gaetano Grillo, 11 anni 1 mese e 10 giorni; Giuseppe Leo, 3 anni 4 mesi e 28 mila euro di multa; Salvatore Leonardi, 4 anni e 8 mesi e 1400 euro di multa; Giuseppe Messina, 10 anni 6 mesi e 20 giorni; Antonio Pace, 6 anni e 8 mesi; Giuseppe Pace, 6 anni e 8 mesi; Mario Pace, 12 mesi di isolamento diurno a titolo di continuazione dall’ergastolo; Carmelo Pennisi, 6 anni 8 mesi e 60 mila euro di multa; Carmelo Porto, 9 anni 9 mesi e 10 giorni; Damiano Sciacca, 4 anni 6 mesi e 42 mila euro di multa; Sebastiano Trovato, 20 anni.

Disposte la remissione in libertà di Gaetano Scalora (arrestato nel giugno 2019) per intervenuta integrale espiazione pena, se non detenuto per altra causa; in via provvisoria, la rimessione in libertà di Damiano Sciacca (arrestato nell’operazione, nel giugno 2019) per integrale espiazione alla data del 17.12.2023.  In via provvisoria, la rimessione in libertà di Agnese Brucato, Salvatore Leonardi, Antonio Pace, Giuseppe Pace, Carmelo Pennisi, per decorso del termine massimo di custodia cautelare alla data dell’11.12.2024;
In via provvisoria, la rimessione in libertà di Pasqualino Bonaccorsi, Francesca Colosi, Giuseppe D’Arrigo, Gaetano Di Bella, Luigi Franco, Gaetano Grillo, Giuseppe Messina, Silvestro Macrì, Carmelo Porto, Sebastiano Trovato, per decorso del termine massimo di custodia cautelare a alla data dell’11.12.2026, se non detenuti per altra causa.

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