Non finisce più di sorprendere la vicenda del secondo seggio ottenuto dalla lista “Sud chiama Nord” in provincia di Catania.
Oggi, infatti una nuova puntata: Salvatore Giuffrida potrà tornare a sedere all’Ars. Ma stavolta non in virtù di una sentenza ma per via di un provvedimento di sospensione dell’ordinanza della Corte d’Appello che, nel gennaio scorso, aveva proclamato eletto Santo Primavera.
In origine ad essere eletto fu Davide Vasta, attualmente sindaco di Riposto. Successivamente Giuffrida, primo dei non eletti, era subentrato alla carica di deputato a Davide Vasta, dichiarato ineleggibile con una pronuncia del Tribunale di Palermo, successivamente confermata dalla Corte d’Appello.
Avverso all’eleggibilità di Salvatore Giuffrida aveva fatto ricorso Santo Primavera. Nel giugno 2024, il Tribunale di Palermo aveva rigettato il ricorso di Primavera, che chiedeva di dichiarare l’ineleggibilità o l’incandidabilità di Giuffrida e di correggere il risultato delle elezioni, procedendo alla sostituzione del deputato.
Nel gennaio scorso l’ennesimo ribaltone: Salvatore Giuffrida decade dalla carica di deputato regionale (nel frattempo transitato nella Democrazia Cristiana) e al suo posto subentra Santo Primavera. La decisione è stata presa dalla Corte d’Appello, che ha accolto l’appello presentato da Primavera.
Frattanto Salvatore Giuffrida ha fatto ricorso in Cassazione, assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia.
Nell’attesa della sentenza di Cassazione i legali di Giuffrida con istanza presentata alla Corte d’Appello di Palermo hanno chiesto la sospensione della sentenza di appello.
E qui l’ennesimo colpo di scena: la Procura generale ha espresso parere favorevole all’accoglimento della domanda di sospensione e, pertanto, la Corte d’Appello, con ordinanza odierna, ha sospeso la pronuncia che aveva dichiarato ineleggibile Giuffrida che dunque potrà riprendere il suo posto all’Ars in attesa della Cassazione.
“Alla Corte d’Appello di Palermo è stata sospesa l’esecutività della sentenza che mi riconosce quale deputato all’Assemblea Regionale – commenta Primavera -. Una decisione che lascia perplessi, poiché priva di una motivazione in diritto rispetto al fumus boni iuris, ma solo indicando un generico richiamo a un “danno grave” possibile. Ad aumentare i dubbi sulla scelta del provvedimento inibitorio del Collegio è un dettaglio non secondario: si tratta dello stesso organo giudicante, che aveva precedentemente esaminato la vicenda nel merito e sentenziato la ineleggibilità del Giuffrida. Una coincidenza che alimenta interrogativi”.
“In attesa di ulteriori sviluppi, resta forte il senso di incertezza istituzionale attorno a una vicenda che tocca direttamente la rappresentanza democratica e il diritto all’effettività delle decisioni giudiziarie. Quindi l’on. Santo Primavera è da sentenza Onorevole però tutto è sospeso in attesa della sentenza di Cassazione. Ed il danno grave l’onorevole Primavera non lo vivrà…parte vittoriosa in sentenza?”, commenta l’avvocato Andrea Nunzio Russo che assiste Santo Primavera.