Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo di un nostro lettore-pendolare che, percorrendo ogni giorno la tratta autostradale tra Giarre e Catania (come migliaia di pendolari) è ormai esausto delle continue quotidiane code per lavori in corso…
“Mi sono trovato dietro un bus turistico che riportava la frase “Sicily in the world”.
Mi sono talmente innervosito e mi si è alzata la pressione, dopo quanto appena vissuto come ogni giorno in autostrada, che avrei voluto cancellarla e modificarla in quella più veriteria, realistica e calzante “Sicily out of the world”.
La mia rabbia è sicuramente condivisa e magari repressa, da migliaia di schiavi che, per motivi lavorativi , fino a che ancora lo avranno un lavoro visti i quotidiani ritardi, sono costretti a percorrere la “succursale dell’inferno” indebitamente chiamata Autostrada A 18 Messina-Catania, in particolar modo da Giarre in direzione Catania e viceversa.
I lavori “secolari” che il C.A.S. partorisce continuamente hanno del mostruoso e sono una vera indecenza riguardo il rispetto che sarebbe dovuto alla moltitudine di cittadini prima e utenti-clienti dopo che, in mancanza di strutture concorrenziali, sono obbligati a “servirsi” dell’Autostrada come l’unica fonte d’acqua nel deserto.
Più volte le problematiche legate alla mobilità sono state segnalate alle sorde orecchie delle Autorità competenti che non vivendo in prima persona, grazie ai lampeggianti blu ed alle sirene, la deprimente e snervante frustrazione di passare ore della propria vita a fare la fila per i restringimenti di carreggiata, imposti per salvaguardare l’incolumità di lavoratori, molto spesso fantasmi inesistenti o in numero così esiguo da non poter fare nemmeno una briscola in cinque.
Invito il “ministro” (volutamente minuscolo) Matteo a venire subito a Giarre per provare sulla sua pelle quello che qui viviamo quotidianamente. Gli presto la mia macchina e gli metto pure la benzina e lui così vivrà in prima persona, da “buon cattolico” (mostratosi al mondo per motivi elettorali con il Vangelo ed il Rosario in mano), una Via Crucis originale, con molte più “stazioni” rispetto alla tradizionale. Potrà scegliere se farla in direzione Sud o Nord (non cambia), anche se sappiamo già quale sceglierà. In più, a differenza dell’altra che si svolge in un solo giorno, potrà ripeterla per tutti i giorni che vuole.
In passato, tanto tempo fa, i “Signorotti”, vessavano i propri sudditi imponendogli tasse su tasse che utilizzavano per le proprie godurie senza dare nulla in cambio. Ebbene, in Sicilia, tutto è come allora, non hai diritto a niente, devi pagare e sopportare le angherie dei nuovi “Signorotti” che, non hanno l’obbligo di sottostare alle leggi in vigore nelle altre parti dello Stato di cui anch’essi fanno parte (quando gli conviene).
E così in tutta Italia vige il cash back autostradale, con il rimborso del pedaggio in caso di ritardo nella percorrenza della tratta dovuto ai lavori di restringimento di carreggiata e qui da noi, dove “Regna e detta legge” il Cas no. Ora basta!
E’ ora di reagire a questa tirannia politico-mafiosa. Quando la giustizia è inesistente o si trasforma mettendosi davanti il suffisso “in”, per cercare di cambiare le cose è necessario mettere in campo azioni di contrasto e resistenza dure e serie.
Propongo ai miei “disgraziati” colleghi di percorso di fingerci, arrivati al casello, così “smemorati” da aver dimenticato a casa il portafogli. L’addetto ci farà una bella foto, se volete potete anche alzare il dito medio di una o entrambe le mani e pronunciare “io non ti pago”.
Inondiamo i loro uffici di migliaia di mancati pedaggi e togliamogli la liquidità che hanno avuto finora assicurata dai nostri pagamenti indebiti, effettuati nella stessa misura anche a fronte di un servizio inesistente e/o di bassissima qualità.
Vedremo se così facendo riusciremo a scuoterli dal loro torpore e a fargli capire che il pedaggio non è un qualcosa di dovuto “a prescindere” ma è il corrispettivo per un servizio ben reso.
Infine, salutiamo “il Tiranno” con la frase titolo di questo scritto “ LA PIUTTURATA”, che ovviamente va letta al contrario”.
Riccardo Papa









