Gli operatori economici della zona artigianale di Giarre esprimono forte preoccupazione per la decisione dell’amministrazione comunale di localizzare nell’area il nuovo Centro comunale di raccolta (CCR), approvato con delibera di Giunta lo scorso 18 settembre.
In una lettera indirizzata al sindaco Leo Cantarella, al presidente del Consiglio comunale Giovanni Barbagallo e a tutti i consiglieri comunali, i titolari delle imprese insediate nell’area, all’unanimità, hanno chiesto la convocazione urgente di un incontro per discutere la scelta e valutare le possibili conseguenze per il comparto produttivo.
“Apprendiamo da notizie di stampa e dalla consultazione dell’albo pretorio – scrivono gli operatori – che la Giunta ha approvato il progetto esecutivo per la realizzazione del CCR senza alcun confronto con chi in quell’area, spesso negli anni trascurata, lavora ogni giorno e contribuisce all’economia della città. Una scelta – dicono – presa senza confronto, senza ascolto e senza alcuna valutazione dell’impatto su un’area produttiva che da anni chiede attenzione, non nuovi disagi. Riteniamo questa decisione inopportuna e chiediamo di sospendere l’iter per avviare un dialogo concreto con le imprese locali”.
La legittima preoccupazione degli imprenditori, circa trenta, è che la nascita del nuovo Centro comunale di raccolta aggravi le già difficili condizioni dell’area.
“Non si può decidere di collocare un impianto di questo tipo nel cuore della zona artigianale senza neanche ascoltare chi lì lavora ogni giorno – dichiarano gli operatori – È un atto unilaterale che rischia di compromettere le attività esistenti, aggravare i problemi di viabilità e compromettere il decoro e l’immagine dell’intera area produttiva. La zona artigianale fino ad oggi non ha visto alcuna attività di valorizzazione da parte dell’amministrazione comunale: le uniche attività di pulizia e scerbamento sono quelle che abbiamo compiuto autonomamente, non esiste alcun impianto di videosorveglianza per monitorarla. Dopo anni di abbandono, meritiamo interventi di rilancio, non decisioni penalizzanti prese sopra le nostre teste.”
Gli operatori ricordano, inoltre, che lo stesso Consiglio comunale, con delibera dello scorso maggio, aveva già approvato un atto di indirizzo che individuava un’altra area come sede del nuovo centro di raccolta, contestando l’attuale scelta amministrativa.
“Siamo di fronte a un fatto grave e inspiegabile – proseguono –. L’amministrazione comunale ha scelto di ignorare una precisa decisione del Consiglio, creando un clima di tensione che poteva essere evitato semplicemente aprendo un dialogo con chi rappresenta il tessuto produttivo della città. Il Centro comunale di raccolta è certamente un’infrastruttura necessaria – aggiungono – ma è altrettanto necessario che venga realizzato in un’area idonea, nel rispetto delle attività già presenti e del tessuto economico-artigianale della zona. Per questo chiediamo di non procedere ulteriormente fino a quando non sarà aperto un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati”.
I firmatari chiedono al sindaco e all’amministrazione comunale di sospendere immediatamente l’iter progettuale, di riconsiderare la scelta dell’area e di avviare un confronto serio e trasparente per individuare una soluzione che garantisca sia l’efficienza del servizio di raccolta che la tutela delle imprese.
“La nostra non è una battaglia ideologica, ma di buon senso e di rispetto – concludono –. Chiediamo che le istituzioni ascoltino chi vive e lavora sul territorio, prima che decisioni sbagliate diventino problemi irreversibili.”