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Catania, a San Cristoforo nasce un Patto di Comunità: educare insieme per non dimenticare

Catania, a San Cristoforo nasce un Patto di Comunità: educare insieme per non dimenticare

A 49 anni dalla tragica scomparsa di Riccardo, Giovanni, Lorenzo e Benedetto, i quattro adolescenti del quartiere San Cristoforo strappati prematuramente alla vita, la città di Catania sceglie di trasformare la memoria in azione concreta. Nel pomeriggio di lunedì 7 luglio scorso, presso La Città dei Ragazzi, è stato siglato ufficialmente il Patto Educativo Territoriale e di Sviluppo Sociale della Comunità di San Cristoforo, un impegno condiviso da scuole, famiglie, istituzioni, associazioni e cittadini per ricucire il tessuto educativo e sociale del quartiere.

L’iniziativa, frutto di un percorso partecipato e di mesi di confronto, ha come obiettivo quello di non lasciare più nessun bambino indietro. Nessun bambino dovrà essere dimenticato, mai più. Cuore pulsante dell’incontro è stata proprio La Città dei Ragazzi di via Gramignani, luogo simbolico fondato da padre Santo D’Arrigo dopo la guerra, oggi tornato a essere punto di riferimento grazie all’impresa sociale Keras e all’ente I.C.A.M.

Ad aprire gli interventi è stato Marco Barbarossa, responsabile della Città dei Ragazzi, che ha riportato l’attenzione sul senso più profondo della giornata: “Non esistono bambini cattivi che commettono reati. Esistono adulti che non sono stati in grado di accompagnarli nel loro percorso di crescita”. Parole che hanno dato il tono all’intero incontro, in cui il passato è diventato stimolo per un’azione condivisa e lungimirante.

Il Patto si fonda su due assi strategici: da un lato, la formazione dei minori attraverso il contrasto alla dispersione scolastica, la promozione della legalità e l’inclusione; dall’altro, lo sviluppo del territorio, con azioni mirate a combattere l’illegalità, la povertà educativa, l’abbandono e il degrado urbano. È una visione che mette al centro la partecipazione civica, la collaborazione tra pubblico e privato e la valorizzazione dei luoghi educativi, culturali e sportivi.

L’Assessore comuale Andrea Guzzardi ha evidenziato l’importanza del tessuto relazionale che sostiene iniziative come questa: “Perché un Patto funzioni davvero – ha dichiarato – deve nascere da relazioni autentiche, da un ascolto reciproco che diventi fiducia”. Solo insieme possiamo auspicare un vero cambiamento.

Dello stesso avviso la Dott.ssa Maria Pia Fontana, direttrice dell’UDEPE, che ha sottolineato come “educare significhi anche imparare a contenere e modulare le emozioni, per affrontare rabbia, violenza e odio con strumenti diversi”. Proprio l’UDEPE ha attivato percorsi che trasformano l’esperienza del carcere in un percorso educativo, promuovendo una cultura che va oltre il conflitto.

La Preside Maria Paola Iaquinta dell’Istituto Comprensivo “Cesare Battisti” ha voluto sottolineare il ruolo fondamentale della scuola nel processo di cambiamento del quartiere: “La scuola non è solo un luogo di istruzione, ma uno spazio di accoglienza, di ascolto, di rinascita. È dentro le classi che si possono seminare rispetto, fiducia e possibilità. Se vogliamo davvero costruire un futuro diverso, dobbiamo cominciare da qui.”

Il Patto non impone vincoli economici: è un accordo aperto e volontario, basato su risorse condivise e su una governance articolata in due organismi – uno di programmazione e uno di gestione – che si riuniranno periodicamente per monitorarne l’attuazione.

Alla Firma del Patto hanno preso parte, tra gli altri, l’Assessora Viviana Lombardo, il presidente del Primo Municipio Francesco Maurizio Bassini, il preside Santo Molino, la preside Paola Iaquinta dell’Istituto Comprensivo “Cesare Battisti” e numerose realtà associative, tra cui: 350 Sicilia, Spazio 47, LEO Club Catania Val Dirillo, la Cooperativa Sociale Villaggio del Magnificat, l’associazione Nessuno Escluso, l’associazione Madè, la Fondazione Kalòs, il Comitato civico Catania Sud, Lyons Club Catania, l’Associazione Collegium Musicum di Catania, l’associazione KEFI, la Fondazione Broadback, il Comitato Civico Federico II e il Comitato Provinciale UNICEF di Catania. Presenti anche esponenti religiosi, come il parroco Salvatore Petrolo della parrocchia SS. Angeli Custodi, e rappresentanti del mondo penitenziario, tra cui la direttrice Nunziella Di Fazio della Casa Circondariale di Piazza Lanza.

Come segno tangibile di questo impegno collettivo, nei prossimi mesi sarà realizzato un murale commemorativo dedicato ai quattro “picciriddi” di San Cristoforo. Un’opera che non sarà solo memoria, ma anche simbolo di speranza e cambiamento.

Il Patto è aperto a nuove adesioni: tutte le realtà pubbliche e private interessate possono partecipare e contribuire.

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