S’infiamma lo scontro all’interno del Comune di Giarre tra l’assessorato ai servizi sociali e l’area finanziaria. Come si ricorderà in una passata seduta di Consiglio comunale prima l’assessora ai servizi sociali Irene Leotta e poi anche la dirigente al ramo Letizia Nanì, su richiesta di due consiglieri comunali, avevano lamentato l’impossibilità di spendere 3 milioni di euro destinati al contrasto alla povertà per via di informazioni per via di continui rinvii, senza soluzione di continuità, da parte dell’area finanziaria, con il rischio di doverle restituire o che si insedi un commissario per spendere ma che dovrebbe riuscire a svincolare queste somme.
Alle dichiarazioni rese in aula aveva risposto il responsabile del servizio finanziario Trischitta il quale spiega che tocca all’area servizi sociali impegnare le somme, appena le regole della contabilità pubblica lo consentono e ha definito in maniera lapidaria, le affermazioni dell’assessore Leotta “false e diffamatorie”.
Ma all’assessora ai servizi sociali Irene Leotta la replica del ragioniere Trischitta non è andata già e in una nota inviata al responsabile del servizio finanziario, al dirigente dell’area I, al segretario generale, al sindaco, all’assessore al bilancio e al collegio dei revisori dei conti la stessa Leotta ha scritto: “Avere esercitato il mandato che è proprio durante una seduta consiliare non equivale certamente a rendere dichiarazioni ai mezzi di informazione i quali, legittimamente, hanno riportato unicamente lo svolgimento di una pubblica seduta del Consiglio Comunale. Appaiono pertanto quantomeno inopportune, oltre che lesive, le affermazioni riportate nella nota del 26/05/2025 non essendosi verificate le circostanze ivi riportate. E’ necessario in questa sede disapprovare sia le motivazioni addotte con la nota del 26/05/2025 che le modalità poste in atto dalla Ragioneria generale che, al di fuori del normale e legittimo confronto istituzionale, ha divulgato a mezzo stampa una nota interna, contenente affermazioni non veritiere e per le quali si potrebbe rendere necessaria la tutela nelle sedi opportune”.
Il problema principale per Giarre, però, è che tra i due litiganti il terzo, i poveri a cui, tramite la realizzazione di servizi, i 3 milioni di euro sono destinati, invece di godere, perdono.