Il deputato ripostese Davide Vasta "ineleggibile". Sentenza del Tribunale Civile di Palermo -
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Il deputato ripostese Davide Vasta “ineleggibile”. Sentenza del Tribunale Civile di Palermo

Il deputato ripostese Davide Vasta “ineleggibile”. Sentenza del Tribunale Civile di Palermo

Il deputato ripostese Davide Vasta è stato dichiarato ineleggibile dal Tribunale Civile di Palermo. I giudici hanno accolto il ricorso presentato da Salvatore Giuffrida, primo dei non eletti nella lista “De Luca Sindaco di Sicilia- Sud chiama Nord” nella circoscrizione di Catania, difeso dagli avvocati Girolamo Rubino, Giuseppe Impiduglia e Sergio Giovanni Verga

Come si legge nella sentenza Vasta, anche “dopo la scadenza del termine per la presentazione delle liste e anche dopo il momento dell’elezione, aveva rivestito la qualifica di consigliere di amministrazione, con delega per la gestione del personale, della C.O.T. Società cooperativa.

Ed è proprio l’esistenza di tale fascio di rapporti economici contrattuali che lega la società, di cui il soggetto candidato è amministratore, e gli enti pubblici (in disparte il nomen iuris) a far nascere l’esigenza di prevedere una causa di ineleggibilità, proprio allo scopo di scongiurare il verificarsi di effetti distorsivi durante la fase pre-elettorale”.

Nella sentenza del Tribunale civile si legge che la C.O.T. “ha, in primo luogo, ricevuto agevolazioni e finanziamenti garantiti dall’I.R.C.A.C., Istituto Regionale per Credito alla Cooperazione. Tale ente, costituito con la legge regionale n. 12/1963, elargisce benefici economici alle società cooperative, con sede nel territorio regionale e costituisce un ente strumentale della Regione sottoposto alla vigilanza e alla tutela dell’Assessorato Regionale per la cooperazione.

Nello specifico, con nota del 31.1.2023, detto Istituto ha specificato che la C.O.T Società cooperativa ha beneficiato di un finanziamento direttamente concesso dall’Istituto e ancora in fase di restituzione; nonché di altre agevolazioni consistenti in un contributo in conto interessi su operazioni finanziarie concesse da terzi, a quella data, non ancora integralmente erogati”.

I giudici concludono: “Per tutti i motivi sin qui esposti, deve pertanto dichiararsi l’ineleggibilità di Vasta Davide Maria alla carica di deputato dell’Assemblea Regionale, con conseguente declaratoria di decadenza dello stesso. Si dispone la trasmissione al Presidente della Regione per i conseguenti adempimenti. Per tali motivi dichiara quindi che Davide Vasta è ineleggibile alla carica di deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana in relazione alle elezioni svoltesi in data 25.9.2022 e, per l’effetto, lo dichiara decaduto.  Davide Vasta è stato condannato anche alla refusione delle spese processuali in favore di Salvatore Giuffrida”.

In un procedimento parallelo, il secondo dei non eletti della medesima lista elettorale di Cateno De Luca, “Sicilia– Sud Chiama Nord”, Santo Primavera, aveva presentato, per primo, ricorso al Tribunale civile per l’accertamento dell’ineleggibilità di Davide Vasta e dell’ex sindaco di Tremestieri Salvatore Giuffrida. Ma i giudici con altra sentenza, relativamente all’ineleggibilità di Giuffrida, hanno dichiarato la domanda di Primavera inammissibile.

“Il Tribunale a seguito del mio ricorso – afferma Primavera – ha dichiarato ineleggibile quale deputato regionale il Vasta. Ha, altresì, dichiarato che, comunque potrò proporre azione nei confronti di Giuffrida, solo a seguito della proclamazione di quest’ultimo ad oggi non dichiarata. Ringrazio il mio legale Nunzio Andrea Russo per il successo processuale, infatti ha già visto riconoscere dal Tribunale le mie richieste avverso il Vasta, dal momento che, in qualità di consigliere di amministrazione della cooperativa Cot non ha mai rassegnato le dimissioni per potersi candidare all’Assemblea regionale siciliana”.

Infine, in una breve nota alla stampa la sintesi della posizione del deputato Davide Vasta: “Pur rispettando l’ordinanza emessa dal Tribunale civile di Palermo – dichiara Davide Vasta – mi permetto di sottolineare che si tratta solo di una decisione di primo grado, non esecutiva. I miei legali sono già al lavoro per proporre impugnazione davanti alla Corte d’appello”.

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