Primo caso di intossicazione da funghi in provincia di Catania -
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Primo caso di intossicazione da funghi in provincia di Catania

Primo caso di intossicazione da funghi in provincia di Catania

Attenzione alta, sul territorio, per la raccolta e il consumo di funghi freschi spontanei. Nei giorni scorsi, nella zona etnea, è stato accertato il primo caso di intossicazione da Chlorophyllum molybdites, detto Falsa mazza di tamburo, trattato presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Acireale.

Si tratta della prima intossicazione, nella stagione corrente, di questa specie fungina presente in America, Africa e nelle regioni temperate e sub-tropicali di tutto il mondo, ma che da qualche anno risulta molto presente anche nel territorio etneo.

Lo scorso anno sono stati 2 i casi di intossicazione da Chlorophyllum molybdites, che hanno richiesto l’intervento dei micologi presso i Pronto Soccorso ospedalieri. Questa specie è facilmente confondibile con la ricercata Macrolepiota procera (Mazza di tamburo, volgarmente chiamata cappiddini), che è invece una specie commestibile e largamente raccolta e consumata.

Il Chlorophyllum molybdites è responsabile di intossicazioni gastrointestinali a breve latenza con complicanze neurologiche, che rendono spesso necessario il ricorso ai Pronto Soccorso. Questa intossicazione viene definita Sindrome Morgana (Morganismo).

«Voglio ancora una volta ribadire l’appello ai cittadini ad un consumo attento e responsabile di funghi freschi spontanei – sottolinea la dr.ssa Elena Alonzo, direttore del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (Sian) dell’Azienda sanitaria catanese -. Tutte le partite di funghi spontanei, raccolti occasionalmente o posti in vendita, devono essere accompagnate da tagliando di avvenuta certificazione da parte dell’Asp. Questa certificazione garantisce la commestibilità dei funghi e riporta altresì la data entro la quale gli stessi vanno tassativamente consumati».

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