Giarre, il “ricordare per non ripetere gli errori” della Fidapa -
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Giarre, il “ricordare per non ripetere gli errori” della Fidapa

Giarre, il “ricordare per non ripetere gli errori” della Fidapa

Venerdì 27 gennaio scorso, nell’aula magna del Liceo Scientifico “Leonardo” di Giarre, la Fidapa sezione Giarre-Riposto, presieduta dalla dott.ssa Anna Maria Patanè, in collaborazione con lo stesso Istituto scolastico, ha organizzato un incontro su “La giornata della memoria”, istituita in Italia nel 2000 per commemorare tutte le vittime del regime fascista. Si ricorda la data di quel 27 gennaio quando, alla fine della Seconda guerra mondiale, milioni di ebrei sono stati uccisi.

La presidente Anna Maria Patanè, dopo i saluti, si è soffermata sulla importanza degli eventi storici e sul valore della ricorrenza, che vuole essere una ulteriore testimonianza su uno dei momenti più cupi e sanguinosi della storia italiana ed europea del Novecento, ricordando che «la Giornata della Memoria è per non dimenticare e continuare a vigilare; per raccontare; per educare; per combattere l’indifferenza. Il ricordo, la cultura, la libertà e la condivisione sono il presupposto per costruire il futuro imparando dal passato, affinché il “Mai Più” sia reale. Tutti, soprattutto le socie fidapine, non possono chiudere gli occhi davanti agli orrori della Shoah. Noi donne dobbiamo essere portavoce della storia e non dimenticare i diritti umani».

È stata ricordata Maria Castellani, la prima presidente della Fidapa nazionale di origine ebrea, che fu costretta a fuggire negli Stati Uniti, dove rimase per 6 anni prima di ritornare e riavviare le attività dell’Associazione nel 1945. Tanta attenzione hanno prestato gli studenti ed i docenti del “Leonardo” di Giarre, diretto dalla dirigente scolastica dott.ssa Tiziana D’Anna: infatti, l’istituto, nelle sue proposte didattiche, si è soffermata sulla Shoah e nel Giorno della Memoria la scuola ha ricordato lo sterminio degli ebrei, operato da fascisti e nazisti negli anni della Seconda guerra mondale. Gli studenti, nelle loro riflessioni, hanno ricordato la resilienza dei deportati e molti studenti hanno analizzato la tremenda esperienza vissuta dei sopravvissuti ricordando che, nel buio e nell’angoscia, i deportati si aggrappavano ai ricordi, agli oggetti portati da casa per tenersi vicino un mondo che sembrava non esistere più.

La Scuola ha una grande responsabilità, come tutti coloro che, di mestiere, hanno il compito di insegnare e trasmettere la storia di un triste passato, nel rievocare il “Giorno della Memoria”. Diversi gruppi di studenti di alcuni classi del liceo “Leonardo”, coordinati dalle insegnanti prof.ssa Grazia Messina e prof.ssa Pina Borzì, che con le loro lezioni hanno dato ai liceali un’occasione di crescita e formazione della loro coscienza civica, hanno ricordato i morti della Shoah, il nazismo non ha ucciso milioni di persone e devastato interi paesi, ha bruciato anche i libri, diffuso propaganda, negato l’accesso al pensiero libero e divergente. Testimonianze accompagnate da considerazioni, riflessioni ed emozioni.

Ricordare è libertà, ma non può essere solo una semplice reminiscenza. La memoria è necessaria, si deve ripensare perché ciò non si dimentichi. Gli studenti devono essere responsabili, impegnarsi a partecipare e non restare indifferenti a queste tristi pagine di storia.

Presente all’incontro culturale la prof.ssa Carmela Russo, autrice del libro “Lui era mio Padre” che ha raccontato un viaggio fra memoria e vicende familiari. La storia di un uomo segnato dalla deportazione, narrazione ascoltata dalla viva voce del protagonista e trascritta dalla figlia.

Ogni anno, il Giorno della Memoria dovrebbe essere un monito alla coscienza contro qualsiasi tipo di violenza nel mondo, un avvertimento da non ignorare e non considerare mai banale. Solo così “La Giornata della Memoria” non perderà il suo significato e la sua essenza.

Anna Fichera

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