Giarre, la Fidapa ricomincia da… “Pane e saline” di Rita Caramma -
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Giarre, la Fidapa ricomincia da… “Pane e saline” di Rita Caramma

Giarre, la Fidapa ricomincia da… “Pane e saline” di Rita Caramma

Tempo di ripresa degli incontri per la Fidapa sez. Giarre-Riposto. Lo scorso 3 ottobre, dopo la lunga pausa di lockdown per Covid 19, il sodalizio, presieduta dalla prof.ssa Maria Pia Russo, ha ripreso gli incontri con tutte le socie, per programmare e organizzare le attività culturali per l’anno sociale 2020-2021. Il primo incontro è stato predisposto dal vivo con tante amiche fidapine, in collaborazione con l’arcipretura parrocchiale S. Isidoro Agricola, guidata da don Nino Russo, nella sede dell’oratorio della chiesa. L’occasione è arrivata con la presentazione del libro “Pane e Saline” di Rita Caramma, relatore il dott. Alessandro Cristaldi, affiancato dalla lettrice dott.ssa Antonella Di Maggio, con intermezzi musicali di Gesuele Sciacca (chitarra) e Daniela Greco (cantante).

L’opera narrativa ha come sfondo la Sicilia e, nel suo periodare, l’autrice fa risaltare molto l’essenza della nostra sicilianità, incastonata tra la fine della Seconda guerra mondiale e gli inizi degli anni ‘70. Ha introdotto l’evento culturale la Presidente della sezione Fidapa, prof.ssa Russo, la quale, dopo i saluti di benvenuto, si è soffermata sulla situazione storico-sociale della donna di quel tempo. Una situazione che, oggi, si riflette in quella tipica scrittura di stampo femminile con precisi riferimenti al periodo dell’inizio del Novecento e, nello specifico, in una Italia che ha cercato di delineare il processo di emancipazione della donna e la sua collocazione sociale, evidenziandone la descrizione nelle pagine romanzate del volume.

Rita Caramma è una scrittrice per scelta, la sua scrittura vuole aprire una finestra sul mondo, la sua narrazione ben descrive la sicilianità del quotidiano e la forza del sentimento dell’uomo per diventare un tutt’uno con la volontà, la tenacia e la sensibilità femminile, specie nel mondo della letteratura. L’autrice, nata ad Augusta, dopo alcuni anni si trasferisce e diventa cittadina acese di adozione. In lei riecheggia sempre il suo un rapporto diretto con il mare, le sue saline ed i suoi ricordi affiorano e si riflettono nella trama del libro. Il romanzo è un’opera storica, ambientata in Sicilia nel periodo a cavallo tra la fine della Seconda guerra mondiale e gli inizi degli anni Settanta, racconta la storia di un uomo di nome Natalino, collocato al centro della narrazione. Attraverso la vicenda del protagonista prende vita una descrizione che attinge al bagaglio prezioso della memoria.

Una memoria antica, di vita provata da una relativa povertà ed associata al diritto più sacrosanto di tutti, il diritto alla vita, che significa una vita vissuta con un minimo di decenza e non soltanto una lotta per la sopravvivenza. Spesso, il protagonista, nel suo umile stato, descrive le pagine più dolorose della storia italiana, con dei giudizi senza assoluzioni sul nostro passato, un microcosmo di sofferenze e lotte quotidiane, in cui germogliano speranze, illusioni e delusioni, e, soprattutto, le storie di chi vuole scoprire il lato più oscuro e intimo di ogni guerra.

La scrittura dell’autrice tiene inchiodato il lettore alle pagine del romanzo, ma con la delicatezza di chi narra una storia ambientata in un’epoca dove la parola chiave è la comprensione di tante vicende, che permettono di scoprire uno spaccato di storia lontana, capace però di far riflettere sul presente. È un libro che risveglia nell’animo umano tante emozioni, nel caos di vite e anime che affollano la nostra storia odierna.

Anna Fichera

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