Santa Venerina, potabilizzazione: il TAR ammette interessi di mora per quasi 2 mln di euro. A rischio l'equilibrio finanziario dell'Ente -
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Santa Venerina, potabilizzazione: il TAR ammette interessi di mora per quasi 2 mln di euro. A rischio l’equilibrio finanziario dell’Ente

Santa Venerina, potabilizzazione: il TAR ammette interessi di mora per quasi 2 mln di euro. A rischio l’equilibrio finanziario dell’Ente

Un milione e 750 mila euro. E’ una somma enorme richiesta a titolo di interessi moratori dalla società “Ingegneria & Appalti”, al Comune di Santa Venerina. Per la società la somma deriva dagli interessi di mora maturati nei cinque anni intercorrenti dalla dichiarazione di dissesto (12 marzo 2013) alla data dell’effettivo soddisfo di quanto stabilito nel lodo arbitrale,  da parte dell’Organismo Straordinario di Liquidazione, avvenuto il 22 gennaio 2018.

Di fronte al diniego stragiudiziale del Comune, la società si è rivolta al Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) del Lazio con giudizio di ottemperanza e i giudici romani hanno dato ragione alla società ed accolto il ricorso.

La società Ingegneria & Appalti, causa del dissesto del Comune nel 2013,  pur avendo ottenuto l’integrale pagamento del credito, così come stabilito nel lodo arbitrale del 2010, ha richiesto ulteriori somme a titolo di interessi di mora –  € 1.750.000,0 –  che rischiano di destabilizzare l’equilibrio finanziario del Comune pedemontano. A nulla ha rilevato la circostanza che, il 22 gennaio 2018, la Commissione Straordinaria di Liquidazione, ha pagato integralmente questo creditore corrispondendogli la somma  di € 4.830.953,92,  comprensiva di sorte capitale  (per € 4.354.405,96) e di interessi (€ 476.547,96,  calcolati fino alla data del dissesto così come prevede la legge).

Sembra una storia senza fine che sta creando non poche preoccupazioni.

 I FATTI Nell’ottobre 2002, appena qualche giorno dopo il violento terremoto del 29 ottobre che sconvolse il versante orientale dell’Etna, l’amministrazione del sindaco Enrico Pappalardo approvò un progetto di finanza di durata trentennale per la potabilizzazione dell’acqua con la società Ingegneria & Appalti.

Successivamente l’amministrazione del sindaco Nino Ferlito, resasi conto dell’eccessiva onerosità del contratto a fronte della prestazione di trattamento/potabilizzazione di un’acqua già di per se potabile cominciò a lavorare ad uno scioglimento dei rapporti con Ingegneria & Appalti.

Alla fine del 2008, la giunta del rieletto sindaco Pappalardo decise di approvare una risoluzione unilaterale del contratto che però determinò la maturazione di un grosso debito sancito da un lodo arbitrale del 13 luglio 2010. Il Comune, dopo aver esperito tutti i gradi di giudizio, venne condannato definitivamente al pagamento di € 4.354.405,96, oltre interessi, e nel 2013 fu costretto a dichiarare il dissesto.

A partire dal 2013, l’amministrazione del sindaco Salvatore Greco fin dal primo mandato, ha dovuto  a fare i conti con questa pesante eredità.

Nel 2014, grazie a una norma richiesta appositamente insieme ad altri Comuni dissestati tramite l’ANCI, il Comune di Santa Venerina otteneva una milionaria anticipazione statale che consentiva di estinguere tutti i debiti.

Accadeva, però, che l’Organismo Straordinario di Liquidazione, confortato dal Ministero dell’Interno, riteneva di potere impiegare la liquidità solo per il pagamento dei debiti transatti, e tra questi non rientrava la somma di 4 milioni e 830 mila euro da liquidare alla società della potabilizzazione. Solo attraverso una causa, il Comune è riuscito a ottenere l’impiego delle somme, ma queste venivano liquidate alla società solo a gennaio del 2018. All’interno della liquidazione del dissesto l’impresa aveva ottenuto la sorte capitale più gli interessi fino al giorno della dichiarazione del dissesto.

Il Testo Unico degli Enti Locali (art. 248, comma 4) recita infatti: “Dalla data della dichiarazione del dissesto e sino all’approvazione del rendiconto, i debiti insoluti a tale data e le somme dovute per anticipazione già erogate non producono più interessi né sono soggetti a rivalutazione monetaria. Uguale disciplina si applica ai crediti nei confronti dell’ente che rientrano nella competenza dell’organismo straordinario di liquidazione a decorrere dalla loro liquidità ed esigibilità”.

Ciò nonostante, la giurisprudenza ha finito per sancire un principio alquanto diverso dal testo letterale della norma, ammettendo che gli interessi possano essere richiesti all’ente ormai risanato. Con il giudizio di ottemperanza attuale, la ditta ha chiesto che venisse applicata la sentenza del lodo che impone di corrispondere gli interessi “fino al soddisfo”, che, come detto, è avvenuto quasi 5 anni dopo la dichiarazione di dissesto. Il Tar Lazio ha confermato che la società ha diritto a ricevere gli interessi come definiti nel lodo (secondo la richiesta sarebbero  1 milione  750 mila euro). Il Comune ricorrerà in appello al Consiglio di Stato.

“Per questa pazzia della potabilizzazione,  – ha dichiarato il sindaco Salvatore Grecoil mio Comune ha già pagato abbastanza. E’ scandaloso che i giudici possano sovvertire ciò che nella legge è scritto in modo inequivocabile: infatti ci batteremo contro questa sentenza non solo per la nostra Santa Venerina, ma perché la nostra Italia possa tornare a essere un paese normale, dove le parole che compongono una norma abbiano il loro solo significato intrinseco e non anche il loro contrario; è una questione di civiltà”.

Il primo cittadino chiama in gioco anche l’Organismo Indipendente di Liquidazione: “Se anche venisse confermato che la società ha diritto a quanto richiesto, non può ammettersi che sia il Comune a pagare perché non ha nessuna colpa. Senza il timore di poter essere smentito, dico che il dissesto di Santa Venerina è esemplare in tutto il panorama nazionale: in pochi anni abbiamo estinto tutto, fino all’ultimo centesimo della massa passiva rilevata dai liquidatori; nelle mani di questi ultimi abbiamo messo più di quel che serviva fin dalla fine del 2014: da questa data al 2018 il tempo non è certo trascorso per colpa del Comune e chiamerò a risponderne OSL (Organismo Indipendente di Liquidazioni) e Ministero dell’Interno; d’altronde su questo tema abbiamo già vinto: come il TAR ha detto che l’anticipazione statale andava usata anche per il pagamento dei creditori che non avevano aderito alla procedura semplificata, dovrà dire che andava usata sin da quando era disponibile”.

Dice la sua anche il gruppo di opposizione “Scelta Libera per Santa Venerina”, che per bocca della capogruppo  Sandra Patanè afferma: “Con i piedi sempre piantati per terra, abbiamo seguito e continueremo a seguire tutti i contenziosi pendenti con la società ‘Ingegneria & Appalti s.r.l.’. In questi anni abbiamo appreso con favore degli sviluppi comunque positivi al nostro ente comunale, senza, tuttavia,  condividere l’ostentata esaltazione che ne veniva fatta dall’organo politico di governo e dalla maggioranza, in quanto siamo convinti da sempre che solo con la definizione dei processi ancora oggi pendenti, allorquando la giustizia avrà esaurito il suo corso, potremo tirare un vero sospiro di sollievo e guardare al futuro con maggiori certezze. Questo momento, però, è ancora lontano. La recente condanna contenuta nella sentenza del TAR Lazio segna per la nostra comunità un altro momento per continuare a lottare proponendo, a nostro avviso, appello avverso le statuizioni di merito ivi contenute. Un vero dissesto sarebbe un vero e proprio colpo al cuore”.

La sentenza del TAR Lazio è stata inviata anche alla Procura della Repubblica di Messina. Li è aperto un procedimento che vede indagato il titolare di Ingegneria & Appalti per truffa contro il Comune. Il procedimento nasce dall’esposto penale che il sindaco Greco ha presentato nel luglio del 2017.

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