Cinesi alla scoperta dei vini del Vulcano con il Centro Studi Jonico-Etneo di Riposto -
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Cinesi alla scoperta dei vini del Vulcano con il Centro Studi Jonico-Etneo di Riposto

Cinesi alla scoperta dei vini del Vulcano con il Centro Studi Jonico-Etneo di Riposto

Una delegazione di importatori del Paese asiatico sta visitando in queste settimane alcune cantine d’eccellenza di Castiglione di Sicilia e Piedimonte per avviare eventuali relazioni commerciali. Nei loro “tour”, guidati dall’esperto in marketing internazionale Giuseppe Monforte, anche degustazioni, tra una tappa e l’altra, di altri prelibati prodotti tipici locali, come la pasticceria e le granite di Linguaglossa

Facendo leva sulla lunga esperienza professionale nel settore del marketing internazionale del suo presidente Giuseppe Monforte, il “Centro Studi Jonico-Etneo”, avente sede a Riposto, sta promuovendo in queste settimane l’avvio di importanti relazioni commerciali tra la Cina ed alcune aziende siciliane d’eccellenza nel settore della produzione vinicola.

Giuseppe Monforte con un’importatrice cinese

«Ci occupiamo ad ampio raggio del nostro territorio – sottolinea il presidente del Centro Studi Jonico-Etneo, Monforte (primo da destra nella foto principale)sia dal punto di vista storico-culturale e sia anche da quello dello sviluppo socioeconomico. In questi giorni, dunque, stiamo avendo il piacere di far conoscere a degli importatori cinesi alcune virtuose cantine della Sicilia ed, in particolare, del nostro territorio etneo tra Castiglione (Solicchiata) e Piedimonte. Ma spostandoci da un’azienda all’altra diamo ai nostri ospiti anche la possibilità di degustare gli altri prodotti tipici espressi dai paesi alle pendici del Vulcano, come ad esempio la pasticceria e le prelibate granite servite nei bar di Linguaglossa. Questa delegazione cinese è peraltro composta da operatori commerciali interessati non solo agli affari, ma anche al fascino naturalistico ed architettonico dei luoghi».

Gli importatori cinesi degustano la pasticceria e le granite di Linguaglossa

Giuseppe Monforte, che dopo un’intensa e prestigiosa carriera in giro per il mondo ha intensificato i contatti con la sua Riposto fondando insieme ad altri concittadini il Centro Studi Jonico-Etneo, vanta, tra l’altro, trascorsi di console generale della Repubblica di Honduras per il Piemonte, l’Emilia Romagna e la Val d’Aosta, di presidente della Federexport Piemonte, di membro della task-force del Ministero del Commercio Estero per la Programmazione Europea e di presidente di vari Consorzi Export per Paesi quali l’America, la Federazione Russa, la Cina, la Polonia, la Bulgaria e l’Albania. In fatto di relazioni commerciali internazionali e di apertura ai mercati esteri ha, dunque, parecchio da dire e da insegnare.

Un’importatrice cinese con lo “storico” operatore economico linguaglossese Concetto Barone

Con riferimento all’import-export con la Cina, di cui si sta occupando in queste settimane, il dottor Monforte afferma in particolare che «per quanto concerne il settore del vino esso è in grande crescita, ma i nostri produttori devono dotarsi di un progetto almeno triennale che permetta loro di conoscere il mercato e le sue esigenze. Gli obiettivi, infatti, non si raggiungono semplicemente partecipando ad una fiera o ad un workshop oppure collezionando un po’ di indirizzi e recapiti telefonici: è necessario coltivare i contatti giorno per giorno, invitare le delegazioni ed avere tanta pazienza, perché nessuno, appena ti conosce, ti ordina all’indomani dei… container di vino! Ecco perché un progetto di penetrazione commerciale all’estero deve presentare un orizzonte temporale di almeno due o tre anni. Alla fine, se il prodotto, il packaging ed i prezzi sono adatti ad un determinato tipo di mercato, da questo mercato i risultati arriveranno sicuramente».

Rodolfo Amodeo

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