Pericolo zecche per i nostri amici a quattro zampe -
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Pericolo zecche per i nostri amici a quattro zampe

Pericolo zecche per i nostri amici a quattro zampe

L’estate è una stagione meravigliosa per i nostri amici a quattro zampe, grazie alle lunghe passeggiate che si possono fare sempre più spesso con loro nel verde e ai lunghi momenti da passare all’aperto.

Purtroppo, però, la bella stagione e l’erba verde e folta nascondono una tremenda insidia per gli animali (ma non solo per loro): le zecche. Se altri insetti sono biologicamente utili e perfetti per debellare alcuni parassiti e ristabilire il giusto equilibrio biologico, le zecche sono pericolose e portatrici di malattie per i nostri animali e per noi stessi.

Questi piccoli insetti, parassiti esterni dalle dimensioni variabili da qualche millimetro a 1 centimetro, sono diffusi in tutto il mondo. Le specie più note in Italia, anche da un punto di vista sanitario, sono la zecca dei boschi e la zecca dei cani.

Presenti soprattutto nelle zone di campagna e nei sentieri di montagna che garantiscono un buon tasso di umidità, questi insetti attaccano cani, gatti, topi, uccelli, ovini, animali selvatici e talvolta anche l’uomo per nutrirsi del loro sangue. Tuttavia, questi parassiti si possono trovare facilmente anche in zone più asciutte, in quanto la loro presenza sul territorio dipende dagli ospiti da attaccare, dunque non è insolito trovarli nelle cucce degli animali dopo una passeggiata, trasportati dal proprio animale domestico.

Le zecche sono pericolose perché possono trasmettere malattie gravi come il morbo di Lyme, la meningoencefalite da zecche-TBE, la tularemia e molte altre. Il morso dell’insetto di per sé non è pericoloso ma lo è l’infezione che si può contrarre a seguito o la malattia trasmessa. Le patologie della puntura da zecca, per quanto preoccupanti, sono comunque curabili con una pronta terapia antibiotica nelle fasi iniziali della malattia.

Come prevenire però l’incidenza di un incontro con uno di questi parassiti?

Innanzitutto quando ci si reca nei boschi o nei grandi parchi per una passeggiata insieme al proprio animale è bene restare nei sentieri predisposti e non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta. Alla fine dell’escursione sarà bene verificare la presenza di zecche presenti su collo, testa, ginocchio delle persone e in generale su tutto il mantello degli animali che ci accompagnano con molta attenzione. Se non si effettua questo dovuto controllo, la zecca può venire facilmente trasportata anche nella propria abitazione e attaccare un altro animale presente in casa.

A questo proposito, tutti gli oggetti utilizzati in casa dagli animali, dalla calda e adeguata cuccia per gatti alle coperte o i giocattoli di stoffa, andranno controllati periodicamente e spazzolati per evitare che vi si annidino ospiti indesiderati.

Infine, gli animali di casa vanno sempre trattati in via preventiva con gli appositi prodotti insetto repellenti prima di recarsi all’esterno, per evitare le punture.

Qualora ci si accorgesse di una zecca attaccata al corpo del nostro amico a quattro zampe o direttamente al nostro, è bene seguire qualche consiglio. Contrariamente a quanto suggerito una volta, rimuovere l’insetto con sostanze come alcol o olio non è consigliabile, perché l’insetto potrebbe rigurgitare a causa del fastidio subito e infettare facilmente l’organismo ospite tramite la ferita aperta.

Invece bisogna afferrare la zecca con delle pinzette e rimuoverla con un leggero movimento di rotazione senza schiacciare il corpo dell’animale. La cute va ben disinfettata prima e dopo l’operazione e l’eventuale rostro rimasto all’interno della pelle va rimosso con un ago sterile.

L’insetto estratto va quindi eliminato con cura, possibilmente bruciandolo o avvolgendolo con attenzione con dello scotch.

Attenzione poi ai sintomi che possono comparire anche nei giorni successivi alla rimozione dell’insetto fino a 30, 40 giorni dopo: un alone rossastro intorno alla ferita oppure febbre, mal di testa, debolezza. Comunque sia, in caso di dubbi è sempre bene rivolgersi al proprio veterinario.

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