Un "viaggio" nel pericoloso abusivismo edilizio dei paesi attorno al Vulcano -
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Un “viaggio” nel pericoloso abusivismo edilizio dei paesi attorno al Vulcano

Un “viaggio” nel pericoloso abusivismo edilizio dei paesi attorno al Vulcano

Il Dipartimento Regionale dell’Urbanistica ha reso noto il rapporto sulle costruzioni “fuorilegge” realizzate tra il 2009 ed il 2017 nei Comuni siciliani. Nell’area jonico-etnea primati negativi per Bronte e Castiglione di Sicilia, mentre ne escono dignitosamente Milo e Sant’Alfio

E’ stato reso noto in questi giorni il Rapporto sull’Abusivismo Edilizio in Sicilia relativamente agli otto anni compresi tra il 2009 ed il 2017. I dati in esso contenuti sono stati elaborati dal “Servizio 5” del Dipartimento Regionale dell’Urbanistica sulla base delle informazioni trasmesse al S.I.AB. (Sistema Informatico Abusivismo) dai trecentonovanta Comuni dell’isola.

Analizzando l’interessante documento, ci siamo in particolare soffermati sui dati relativi ai quattordici Comuni dell’area jonica e pedemontana etnea, dove costruire dappertutto ed in maniera indiscriminata potrebbe sortire conseguenze oltremodo letali se si considera l’elevato rischio sismico cui è soggetta tale fascia di territorio siciliano.

Occorre, ovviamente, fare dei distinguo in quanto tale Rapporto prende in considerazione diversi parametri (numero di abusi, popolazione residente, cubature realizzate, ecc.).

Significative appaiono comunque le “classifiche” riguardanti il numero di abusi ed il quantitativo complessivo di cubatura abusiva realizzato in ciascun Comune nell’arco degli otto anni (dal 2009 al 2017) di riferimento.

Per quanto concerne il numero di abusi, al primo posto dei Comuni che abbiamo preso in esame (ed al quarto della classifica generale della provincia di Catania) si colloca Bronte con 354 casi di abusivismo edilizio, cui seguono Mascali con 86 abusi (sedicesimo posto in provincia di Catania), Linguaglossa con 73 abusi (diciottesimo posto), Giarre con 72 abusi (ventesimo posto), Santa Venerina con 65 abusi (ventiquattresimo posto), Calatabiano con 43 abusi (ventottesimo posto), Riposto con 38 abusi (trentesimo posto), Zafferana Etnea con 37 abusi (trentunesimo posto), Randazzo con 28 abusi (trentacinquesimo posto), Fiumefreddo di Sicilia con 23 abusi (trentottesimo posto), Piedimonte Etneo con 23 abusi (quarantesimo posto), Castiglione di Sicilia con 22 abusi (quarantunesimo posto), Sant’Alfio con 14 abusi (cinquantatreesimo posto) e Milo con 8 abusi (cinquantaquattresimo posto).

Andando invece alla volumetria, ossia alla dimensione totale degli spazi in cui si è costruito in maniera abusiva, la “maglia nera” tra le quattordici municipalità etnee va a Castiglione di Sicilia, che sulla base di tale parametro è risultato essere il Comune più “abusato” in assoluto di tutta la provincia di Catania. Seguono (in ordine tra il sesto ed il cinquantesimo posto di tale “graduatoria”) Zafferana Etnea, Santa Venerina, Calatabiano, Mascali, Linguaglossa, Fiumefreddo di Sicilia, Bronte, Randazzo, Giarre, Riposto, Piedimonte Etneo, Sant’Alfio e Milo.

I limitrofi Comuni di  Milo e Sant’Alfio si sono dunque rivelati i più “virtuosi” tra quelli dell’area jonico-pedemontana etnea essendosi rispettivamente attestati all’ultimo ed al penultimo posto sia per numero di abusi edilizi e sia per quantità di spazio abusivamente occupato. Gli amministratori avvicendatisi tra il 2009 ed il 2017 alla guida dei due piccoli centri si sono evidentemente mostrati particolarmente sensibili alle esigenze di tutela dei loro territori, ricadenti nel “cuore” dell’area protetta del Parco dell’Etna.

Rodolfo Amodeo

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