Caso "Sea Watch": anche Consitalia Sicilia scende in campo con un esposto-denuncia -
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Caso “Sea Watch”: anche Consitalia Sicilia scende in campo con un esposto-denuncia

Caso “Sea Watch”: anche Consitalia Sicilia scende in campo con un esposto-denuncia

La sezione regionale dell’organizzazione a difesa dei consumatori prende ufficialmente posizione sulla vicenda dei migranti rimasti bloccati da diversi giorni nella rada di Siracusa, preannunciando un’eventuale azione giudiziaria contro il Governo italiano

La sezione siciliana dell’associazione a difesa dei consumatori “Consitalia”, guidata dal presidente catanese Alfio Fabio Micalizzi, non si occupa solo di questioni localistiche, ma anche di problematiche più generali, quale quella degli attualissimi e controversi sbarchi di migranti sulle coste italiane.

Al riguardo, il caso più recente ed ancora “fumante” è quello dei quarantasette migranti rimasti a bordo della nave “Sea Watch 3”, salvati il 18 gennaio in acque libiche e da alcuni giorni fermi in rada davanti a Siracusa. La sezione siciliana di “Consitalia” ha infatti preannunciato a tal proposito la presentazione di un esposto-denuncia, cui potrebbe far seguito una ben precisa azione giudiziaria nei confronti dello Stato italiano, ed in particolare del ministro degli Interni Matteo Salvini.

«Alla luce – si legge in un comunicato congiunto diramato dal presidente regionale di Consitalia Alfio Fabio Micalizzi (nel riquadro sulla foto della “Sea Watch 3”) e dall’avvocato Francesco Silluzio, legale dell’organizzazione – della già emessa decisione del Tribunale di Catania sul caso della “Nave Diciotti”, nella quale si afferma che “l’obbligo di salvare la vita in mare costituisce un preciso dovere degli Stati e prevale su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare”, chiediamo a tutte le autorità competenti di autorizzare immediatamente lo sbarco dei naviganti attualmente imbarcati sulla nave “Sea Watch”, pena da parte nostra il ricorso alle vie legali per la mancata applicazione, in violazione del diritto internazionale, della normativa “IMO” sul soccorso in mare, della Convenzione “CEDU” contro i trattamenti inumani e degradanti, degli articoli 605, 289ter e seguenti del Codice Penale e dell’articolo 32 della Costituzione Italiana, che così testualmente recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».

Rodolfo Amodeo

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