La Regione Siciliana sospende il Consiglio Comunale di Randazzo -
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La Regione Siciliana sospende il Consiglio Comunale di Randazzo

La Regione Siciliana sospende il Consiglio Comunale di Randazzo

Con proprio decreto n. 434 di ieri, 28 dicembre (clicca e leggi il DA_434), l’Assessore regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica, Bernadette Felice Grasso, nelle more dello scioglimento, ha dichiarato sospeso il Consiglio Comunale di Randazzo.

Tale provvedimento sanzionatorio, previsto peraltro dal vigente Ordinamento amministrativo degli Enti locali della Regione Siciliana – come si legge nelle motivazioni –, nasce dal fatto che l’Organo consiliare randazzese è stato ritenuto inadempiente sia per la mancata approvazione del Rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario 2015, sia del bilancio di previsione per l’anno 2016, atti entrambi successivamente approvati con proprie deliberazioni, il 26 ottobre scorso, dal Commissario ad acta inviato dalla Regione Siciliana dott. Vincenzo Raitano (clicca e leggi Randazzo, il commissario ad acta approva i Bilanci e il Consiglio Comunale sarà sciolto.

In sostituzione del sospeso Consiglio comunale, “nelle more della definizione della procedura di applicazione della sanzione dello scioglimento e per la provvisoria gestione dell’organo” – come si legge nello stesso decreto –, il medesimo Assessorato regionale delle Autonomie locali ha nominato un apposito Commissario straordinario nella persona del dott. Giovanni Cocco, funzionario direttivo in servizio presso il Dipartimento regionale alle Autonomie locali.

Con una nota interviene l’ex presidente del Consiglio, Nino Grillo: “con la firma del decreto D.A. 434 del 28/12/2017 l’assessore Regionale agli Enti Locali Bernadette Felice Grasso, stacca definitivamente la spina al Consiglio comunale di Randazzo, il tutto a distanza di due mesi dall’approvazione da parte del dott. Raitano dei due documenti contabili quali il Consuntivo 2015 e Preventivo 2016. Da presidente del Consiglio, quindi, con grande rammarico e patendolo come una disfatta comunico l’imminente decadenza del Consiglio comunale. L’unica considerazione spontanea che sorge è il fallimento del nostro mandato elettorale ricevuto dagli elettori, perché noi consiglieri, espressione della volontà popolare, non siamo stati in grado di mettere da parte le beghe personali per il “bene comune”.

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