Giarre, il Tar, domani, cambierà la geografia politica del Consiglio? -
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Giarre, il Tar, domani, cambierà la geografia politica del Consiglio?

Giarre, il Tar, domani, cambierà la geografia politica del Consiglio?

E’ la vigilia della sentenza che a Giarre potrebbe mettere in discussione i numeri della maggioranza a sostegno del sindaco Angelo D’Anna e cambiare radicalmente la geografia politica del Consiglio comunale giarrese.

Domani, infatti, il Tribunale Amministrativo di Catania deciderà se accogliere o meno i ricorsi presentati da 5 candidati consiglieri alle ultime elezioni amministrative, sulla legittimità del premio maggioranza assegnato alle liste collegate al sindaco eletto.

Secondo Agata Calvagno, Gabriele Di Grazia, Valentina Donzello, Angelo Turrisi, non avendo la coalizione delsSindaco D’Anna raggiunto in totale la soglia minima del 40%, il premio di maggioranza sarebbe stato attribuito erroneamente,  violando il principio costituzionale di eguaglianza del voto.

Storia diversa per Salvo Camuglia che, oltre al ricorso in cui contesta l’attribuzione del premio di maggioranza, ne ha presentato un altro. La sua lista “Sicilia Futura” infatti, non avrebbe raggiunto la soglia minima del 5% per un solo voto pertanto, Camuglia, chiede ulteriori verifiche.

Se il Tar dovesse accogliere il ricorso lo scenario in Consiglio cambierebbe radicalmente con l’opposizione rafforzata da 4 nuovi ingressi, mentre la maggioranza perderebbe 4 dei suoi consiglieri. A lasciare il civico consesso dovrebbero essere Massimo Di Prima e Orazio Maccarrone, eletti tra le fila di Città Viva, lista del Sindaco D’Anna, Rosi Finocchiaro della lista “Giarre bene comune” ed infine Francesco Cardillo consigliere eletto nella lista “Giarre Evviva”.

L’Amministrazione, dal suo canto, in opposizione ai ricorsi ha affidato la questione ad un legale predisponendo un impegno di spesa di circa 22mila euro al fine di tutelare l’ente. Un’operazione che ha subito suscitato un coro di polemiche da parte dei Cinquestelle e dei consiglieri di opposizione, secondo i quali l’iniziativa assunta dal sindaco impiegando fondi dell’ente sarebbe volta a fini privatistici, ovvero a garantire gli uomini a sostegno della maggioranza.

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