Giarre, i ragazzi dell’Itis “E. Fermi” trent’anni dopo -
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Giarre, i ragazzi dell’Itis “E. Fermi” trent’anni dopo

Giarre, i ragazzi dell’Itis “E. Fermi” trent’anni dopo

Gli ex studenti del glorioso Istituto Tecnico Industriale diplomatisi nel 1985 si sono riuniti in un ritrovo di Giardini Naxos insieme al preside del tempo, Isidoro Nucifora, ed all’ing. Antonino Romano, loro insegnante di Elettrotecnica. Un’indimenticabile serata tra “amarcord”, pizza e… poesia

Sono passati trent’anni da quando ognuno di loro se ne andò per la propria strada per cominciare ad inserirsi nel mondo del lavoro, ma gli ex studenti della classe quinta A (sezione Elettrotecnici), diplomatisi nel 1985 allo “storico” Istituto Tecnico Industriale Statale “Enrico Fermi” di Giarre, è come se, da buoni e sinceri amici, non si fossero mai persi di vista, tanto è stato il calore che, qualche sera fa, si respirava in un noto ritrovo di Giardini Naxos dove si sono riuniti per festeggiare l’importante anniversario.

Qualcuno, come inevitabilmente avviene in questi casi, mancava all’appello per impegni personali o perché fuori sede, ma, in compenso, ai promotori della simpatica “reunion” è riuscito il “colpaccio” di avere a tavola il preside del tempo, Isidoro Nucifora, ed il professore di Elettrotecnica, Antonino Romano, i quali si sono abbandonati per l’intera serata ai nostalgici “amarcord” scolastici insieme ai loro ex alunni.

Questi ultimi (Alberto Biagini, Carmelo Calì, Mario Cannata, Francesco Cernuto, Mario Costanzo, Vito Cutuli, Angelo La Rosa, Enzo Nicita, Salvatore Prestipino, Filippo Rapisarda e Giuseppe Tomarchio) provenivano sia da Giarre e dai limitrofi Comuni etnei e sia dalla più lontana, ma territorialmente contigua, Valle dell’Alcantara messinese, i cui giovani abitanti hanno da sempre frequentato in gran numero gli istituti d’istruzione superiore giarresi.

Oggi, quegli undici diplomati del 1985 sono tutti professionisti affermati e lavoratori appagati dalle rispettive attività, anche se, curiosamente, nessuno nel settore per il quale si sono formati (ossia l’elettrotecnica). In ogni caso, grazie a quanto appreso durante gli anni giovanili nelle aule e nei laboratori del “Fermi”, sono in grado, per la gioia delle loro famiglie, di individuare i guasti degli elettrodomestici e, magari, ripararli.

Ed in mezzo a quegli ex alunni c’è persino chi alla preparazione tecnica affianca l’apparentemente inconciliabile… cultura umanistica. Tra i “compagni di scuola” partecipanti alla recente rimpatriata a base di pizza (con immancabile torta finale) figurava, infatti, Vito Cutuli, apprezzatissimo poeta di Macchia di Giarre i cui profondi e romantici versi sono stati settimanalmente presenti per parecchi anni sull’edizione cartacea del nostro “Gazzettino”.

Ed anche stavolta Cutuli non si è smentito, declamando nel corso dell’incontro conviviale a Giardini Naxos una significativa ed intensa poesia, da lui appositamente composta per l’occasione, che ha ricevuto gli applausi di tutti i commensali. Ve la proponiamo di seguito come degno coronamento di questo servizio giornalistico.                                                                                                                                                                                                                                  Rodolfo Amodeo

LA STESSA EMOZIONE

Quei bellissimi anni

sono rimasti sempre dentro di noi.

Dopo trent’anni

i nostri occhi sono pieni di luce.

Nel cuore abbiamo tanta forza,

per continuare a camminare

dentro questo spazio.

E’ bello incontrarsi

dopo aver percorso una lunga strada:

è come vivere un sogno.

Per un attimo

mi chiudo nella mia solitudine.

Aiutato dal silenzio,

riesco a sentire la stessa emozione.

                                          Vito Cutuli

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