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Giarre, il gruppo di Camarda detta la linea al sindaco

Giarre, il gruppo di Camarda detta la linea al sindaco

Accordi, intese saltate, ingerenze. Dietro la recente elezione dei componenti del Collegio dei revisori c’è tutto lo squallore della politica contemporanea giarrese. La lacerazione che si è consumata all’interno dell’ormai sparuto gruppo consiliare che sostiene l’Amministrazione ha celato un presunto accordo sottobanco per riconfermare in toto i tre revisori uscenti. Giarre Futura – per intenderci la lista di Salvo Camarda che fa riferimento a Nicola D’Agostino – secondo quanto rivela il capo gruppo di Articolo 4, Raffaele Musumeci che ha svolto un ruolo di regista occulto nell’operazione rinnovo collegio dei Revisori, era orientata a riconfermare i tre componenti uscenti e soprattutto il presidente Daniele Fresta che, più di tutti, appariva in evidente affanno in tema di consensi all’interno dell’opposizione.

Ma – secondo quanto afferma Raffaele Musumeci – un piccolo “ambasciatore” del sindaco (lo abbiano notato parecchio impegnato in una sorta di spola tra aula consiliare e stanza del sindaco, con la faccia di chi pensa che il mondo giri attorno al suo ruolo – ammesso che l’abbia mai avuto) sarebbe stato incaricato di “ricucire” la fenditura che si era creata dopo che persino Longo e Santonoceto avevano palesemente annunciato di sovvertire le indicazioni del sindaco sull’elezione di Giuseppe Sapienza, promettendo al gruppo di Giarre futura una maggiore “visibilità” in Giunta. “Pare che sia stato promesso – rivela Raffaele Musumeci – in compensazione di altre scelte, o la concessione di un altro assessore o un rinforzo delle deleghe per Beninati (Lavori pubblici, Urbanistica o addirittura Solidarietà sociale) entro 10 giorni. Quindi – osserva Musumeci – Giarre Futura ha optato per l’investimento politico”.

C’è da chiedersi, a questo punto: nel caso in cui invece fosse riuscito il gruppo Giarre Futura a confermare Daniele Fresta, a quel punto, quale sarebbe stato l’“investimento”? Resta comunque da capire se davvero l’impegno assunto dal sindaco verrà mantenuto. A giudicare dai precedenti passaggi politici (due anni per concedere una poltrona al gruppo di Camarda, nonostante l’accordo elettorale) è facile immaginare che gli auspici di Giarre futura saranno disattesi.

Un altro siparietto venuto fuori in questi giorni, riguarda, invece, la recente scelta del neo assessore Giacomo Beninati, l’acese naturalizzato a Giarre che ogni tanto inceppa con clamorosi crisi di identità (cult la frase … “conosco gli ambienti acesi… ops giarresi… poi lo taglia questo errore vero?”). A quanto pare, inizialmente, la scelta era ricaduta su Maurizio Arena, ex Mpa, che aveva ottenuto anche la benedizione di D’Agostino, ma Salvo Camarda, a quanto pare, si sarebbe opposto fermamente virando sul nome di Beninati. Quello che “vuole portare un po’ di cultura a Giarre” (altra frase cult della celeberrima prima intervista rilasciata alla stampa).

Dunque non resta che attenere le prossime mosse dell’Amministrazione ma anche della coppia Camarda-Turrisi, nel caso in cui, il sindaco, non dovesse rispettare gli impegni assunti in quella tragicomica riunione che ha preceduto il voto dei nuovi revisori, durante la quale, Bonaccorsi, ha perso le staffe e, dopo avere annunciato le sue dimissioni, ha repentinamente abbandonato il Municipio.

Frattanto, mentre non è dato sapere chi e come voterà il Conto consuntivo 2014 che a quanto pare sarebbe approdato in Giunta, il primo cittadino giarrese, nel bel mezzo dell’emergenza economica, ad un passo dal dissesto conclamato dalla Corte dei conti e da una probabile sfiducia, trova il tempo (o chi per lui) di occuparsi di politica regionale accusando il governo Crocetta per le sue inadempienze riguardo la mobilità regionale (l’interruzione autostradale sulla Palermo Catania e appena ieri quella sulla Catania Messina) dimenticando le voragini presenti in tutto il territorio giarrese con strade al limite dalla percorribilità e con il manto stradale appena ultimato che sprofonda come la panna montata. Ma anche su questo argomento, a giudicare da ciò che si legge sulla pagina Facebook del Comune di Giarre, le voragini vanno descritte con dei sinonimi più dolci, meno allarmistici. Esattamente come per il “Buco” finanziario, meglio definito dal sindaco col termine più contemporaneo di fabbisogno. Suvvia un buco è un buco. Punto e basta.

 

Mario Previtera

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