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Catania, Istituto musicale “V. Bellini”: si aggrava la situazione dei custodi

Catania, Istituto musicale “V. Bellini”: si aggrava la situazione dei custodi

Recentemente due lavoratori dell’Istituto musicale “Vincenzo Bellini” di Catania, contro l’indifferenza mostrata dalle istituzioni nei confronti della loro ultraventennale precarietà, hanno preannunciato una possibile “soluzione finale”: il loro suicidio. Ad oggi non ci risulta, dopo questo drammatico annuncio, alcun intervento da parte delle istituzioni tirate in ballo dai lavoratori: Regione Siciliana, ex Provincia e Comune di Catania.
Invece la situazione dei lavoratori è ulteriormente peggiorata, come denunciano Pippo Barbagallo del comitato UniCobas del Liceo Musicale e Francesco Tomasello di UniCobas Sicilia: “Il comitato di base dell’UniCobas presso il Conservatorio Musicale di Catania “V. Bellini”, espressione dei custodi “storici” dell’Istituto esprime preoccupazione per l’ennesimo danno che si crea ai lavoratori addetti alla custodia ed alla logistica dell’ Istituto Musicale. Continuano le politiche di privatizzazione e dimensionamento cominciate con le “lenzuolate” Bersani e reiterate dal Miur, dal Comune di Catania e dalle partecipate a capitale pubblico. Vengono ridotte le ore di lavoro, le mansioni ed i salari”.
“Catania – continuano Barbagallo e Tomasello – purtroppo, non è città di nuova primavera ma di oscure manovre politiche di “comprare e vendere” beni e servizi pubblici. In questo “i politicanti” etnei sono maestri. Le “mani sulla città”, i cambi d’appalto sulla pelle dei lavoratori, le cordate politiche che costruiscono affari, il silenzio assordante dei sindacati consociativi ci fa intraprendere l’ennesima e disperatissima battaglia a sostegno dei lavoratori/custodi e dei servizi da loro erogati alla comunità, ai docenti, agli studenti”.

“Prendiamo atto – concludono – positivamente della volontà di convocazione in audizione del presidente della Commissione Antimafia regionale. Noi, nelle vicende degli appalti, delle partecipate, dell’erogazione dei servizi, dei beni comuni, risultiamo essere viittime delle politiche dissennate di chi ci governa”.
Insomma, il muro di gomma resiste, ma fino a quando?

Orazio Vasta

Foto di Rossella Sturiale

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