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Taormina: “no degli albergatori alla tassa di soggiorno”

Taormina: “no degli albergatori alla tassa di soggiorno”

I massimi rappresentanti dei numerosi operatori turistici locali preannunciano battaglia contro l’aumento dell’impopolare balzello deliberato dal Consiglio Comunale. «Mentre in altre località italiane viene abolita – sottolineano De Luca di Confindustria Alberghi e Mennella dell’Associazione Albergatori – qui la si rincara per finanziare gli sprechi della pubblica amministrazione»

Massiccia levata di scudi degli albergatori di Taormina contro l’aumento della tassa di soggiorno deliberato dal Consiglio Comunale della capitale siciliana del turismo. Ad esprimere al riguardo il profondo malcontento della categoria sono i presidenti delle locali organizzazioni di “Confindustria Alberghi e Turismo” e dell’“Associazione Albergatori”, ossia rispettivamente Sebastiano De Luca ed Italo Mennella (da sinistra nella foto), i quali hanno diramato in merito una nota di vibrata protesta.
«Faremo una dura e determinata opposizione in tutte le sedi opportune – preannunciano i massimi rappresentanti degli albergatori taorminesi – e senza fare sconti a nessuno, perché siamo stanchi di subire decisioni prese dall’ alto, senza la minima e doverosa concertazione. Per intanto abbiamo già presentato un esposto alla Procura Generale della Corte dei Conti».
De Luca e Mennella fanno innanzi tutto notare che «altri Comuni più responsabili e lungimiranti (come Lipari e quelli della costiera amalfitana) la tassa di giorno l’hanno completamente abolita, mentre qui a Taormina una sparuta e miope minoranza di consiglieri comunali (otto su venti) decide addirittura di aumentarla, senza tenere conto del parere degli operatori turistici, che con questo odioso balzello andranno incontro ad ulteriori conseguenze nefaste. Questa inattesa mazzata, peraltro, è arrivata dopo che le strutture ricettive hanno già sottoscritto i contratti con i tour operators per il prossimo anno».
I presidenti di Confindustria Alberghi e dell’Associazione Albergatori spiegano, quindi, il “perverso” meccanismo che sta dietro alla tassa di soggiorno. «E’ superfluo sottolineare – scrivono De Luca e Mennella nel loro comunicato congiunto – come tale imposta graverà inevitabilmente sui bilanci delle imprese, che sono ormai al collasso e che, come se non bastassero tutte le difficoltà, si ritrovano adesso con una pressione fiscale che sfiora il 76%. E’ interessante, invece, evidenziare che, sulla base delle leggi in materia e dei relativi regolamenti attuativi, per riscuotere la tassa di soggiorno gli albergatori fanno gli “esattori”, mentre i clienti-turisti sono i “sostituti d’imposta” in quanto tenuti a versare le somme richieste da tale tassa. A rigor di logica, dunque, ne consegue che gli eventuali introiti derivanti dal balzello in questione non saranno né certi né esigibili, visto che il cliente-sostituto d’imposta potrebbe rifiutarsi di pagare, innestando così centinaia di contenziosi con l’Amministrazione Comunale».
I massimi rappresentanti degli operatori turistici di Taormina dicono, infine, la loro sulla “ragion d’essere” dell’impopolare tassa di soggiorno. «Sino ad oggi – evidenziano Sebastiano De Luca ed Italo Mennella – gli oltre 4,5 milioni di euro incamerati da essa sono serviti per sanare le casse comunali, prosciugate da un pubblico apparato parassitario ed improduttivo, per salvare il quale si è deciso, in maniera unilaterale e quindi arbitraria, di penalizzare l’unico settore sano e trainante dell’economia locale, ossia il comparto turistico. Sarebbe stato invece molto più saggio ed opportuno incidere sulla spesa pubblica improduttiva, cominciando con l’eliminare i costi delle consulenze assegnate a professionisti dal Comune e dalle aziende partecipate, ma anche con lo stanare i tanti evasori per recuperare tutto il credito sommerso (che ammonta a svariati milioni di euro).
«Ora comunque – concludono esasperati i due rappresentanti di categoria – gli albergatori siamo stanchi, amareggiati ed “incazzati” per questo deprecabilissimo e non più sostenibile andazzo e, come tali, stiamo chiedendo agli organi preposti, oltre che di tutelare i nostri interessi, anche di accertare se siano stati commessi reati».

Rodolfo Amodeo

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