Operazione Gotha: le intercettazioni sulla scomparsa di Giorgio Curatolo -
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Operazione Gotha: le intercettazioni sulla scomparsa di Giorgio Curatolo

Operazione Gotha: le intercettazioni sulla scomparsa di Giorgio Curatolo

È in programma per questa mattina alle 9.30, nel carcere di Bicocca, alla presenza del Gip Anna Maggiore, dei Pm Assunta Musella e Valentina Sincero, l’interrogatorio di garanzia di Rosario Russo, Carmelo Oliveri, Alfio Patanè e Salvatore Brunetto, arrestati mercoledì pomeriggio, nell’ambito dell’operazione “Gotha” che ha decapitato i vertici del sodalizio criminale Brunetto.

GIORGIO CURATOLOLe indagini che hanno portato in carcere quelli che vengono individuati come i vertici del gruppo criminale e che rispondono dell’accusa di associazione di tipo mafioso, hanno fatto leva sulle dichiarazioni rilasciate da collaboratori di giustizia ma anche su alcune intercettazioni che hanno consentito di definire l’organigramma della compagine malavitosa ed il ruolo assunto dai singoli affiliati all’interno del gruppo. Alcuni brani delle intercettazioni richiamate nell’atto di appello della Procura di Catania avverso l’ordinanza del Gip di rigetto di misura cautelare, evidenziano uno spaccato sui ruoli dei singoli componenti del gruppo e sulle regole comportamentali.

Durante una conversazione intercettata nell’abitazione della convivente di Giorgio Curatolo (nel riquadro, sopra), risalente al 16 agosto 2012, nel corso della quale si parla a lungo della misteriosa scomparsa del 39enne giarrese e che certamente si configura come un omicidio di mafia, caso inedito, a Giarre, di lupara bianca, il 41enne giarrese Giovanni Calì (nella foto, sotto) arrestato a gennaio nella prima tranche dell’operazione Gotha, spiega chi e come comanda.

Calì Giovanni nato a Giarre il 19.08.1973Giovanni Calì: “Allora… funziona così… guarda… perché la testa… la testa è la… quello che, quello che poi succede, ci sono gli scagnozzi.. noialtri siamo gli sciacquini e poi ci sono gli scagnozzi. Gli scagnozzi sono Carmelo… hanno i quartieri… Melo comanda Giarre; Benito a Riposto, però è sempre la stessa famiglia. Quello di Riposto ha a quello… a quello… a quello… hai capito? Però nello stesso tempo siamo tutti compagni”.

Giovanni Calì, poi, in riferimento alla scomparsa di Curatolo, esprime una propria valutazione: “se a lui gli è successo qualcosa, qualcuno della testa lo deve sapere. Perché a me, prima che mi vengono a toccare… vanno dove devono andare e gli dicono: a te questo tizio ti interessa?”.

Giovanni Cali sull’uccisione di Curatolo azzarda una sua personale ipotesi: “Penso io! Tranne che, è una mia idea, sono state persone così (ovvero, secondo la Procura, non affiliate) che hanno detto: a me che spacchio interessa (intende dire che avrebbero omesso di chiedere il permesso di uccidere Curatolo a chicchessia), non dico niente a nessuno… me lo faccio io stesso… e non si sa per davvero… ah…” .

All’esito della complessa attività investigativa svolta dai carabinieri della Compagnia di Giarre, pur non emergendo elementi sufficienti per l’individuazione dei responsabili degli omicidi di Salvatore Vadalà e Giorgio Curatolo, gli investigatori sono riusciti, attraverso le fondamentali intercettazioni a raccogliere elementi utili a configurare l’accusa di associazione di tipo mafioso.

 

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