Assumptio Beatae Mariae Virginis -
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Assumptio Beatae Mariae Virginis

Assumptio Beatae Mariae Virginis

Assunzione della Beata Vergine Maria

È la festa più solenne che la Chiesa celebri in onore della Beata Vergine Maria, destinata a commemorarne la santa morte – donde il termine greco Κοίμκησις e in latino Pausatio, Dormitio, Depositio, Natalis Transitus Beatae Mariae Virginis – e la gloriosa Assunzione in anima e corpo al Cielo, dal sostantivo latino “assumptio” (accoglienza) e prima ancora dalla radice verbale latina “ad/as-sumo”, “prendo per me, accolgo”.

Nei primi tre secoli non vi è alcun riferimento al destino finale di Maria. Fu nel corso del IV e V secolo che cominciarono ad apparire tracce di convinzione del suo passaggio glorioso in anima e corpo alla vita immortale, ad opera di Sant’Efrem, di Timoteo di Gerusalemme, di Sant’Epifanio, dell’apocrifo Transito di Maria; dal secolo VI in poi, in Oriente, ad opera di San Germano Costantinopolitano e di San Giovanni Damasceno; mentre dal VII, in Occidente, si cominciò a celebrare la festa della “Dormizione” e del “Transito” di Maria al 15 di agosto. In Francia, ai tempi di Carlo Magno, e in Inghilterra, la festa prese la denominazione “Assumptio Mariae”, fatto che presume la convinzione di una sua risurrezione dopo la morte. Alla fine, in tutta la cristianità, grazie anche alla posizione dottrinale dei grandi teologi e dottori medievali – tra i quali Sant’Antonio di Padova, San Tommaso, San Bonaventura –, tale convinzione maturò a livello universale ed anche la festa si estese al mondo cristiano orientale e occidentale.

Dal XVIII secolo, nell’ambito cattolico, cominciano ad essere rivolte alla Sede Apostolica petizioni affinché l’“Assunzione di Maria” venisse proclamata e definita come verità da tenersi per fede. Sicché il primo maggio 1946, con l’Enciclica “Deiparae Virginis”, Pio XII chiedeva ai vescovi cattolici di tutto il mondo se l’“Assunzione di Maria” potesse essere definita e se desideravano, insieme con i loro fedeli, che venisse per sempre risolta. Avuta una risposta positiva dalla quasi totalità degli interrogati, il Sommo Pontefice Pio XII, il primo novembre 1950, con la Costituzione dogmatica “Munificentissimus Deus”, procedeva alla definizione: «Pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che l’Immacolata Madre di Dio sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo». Una dogmatizzazione che, però, non è accettata dai cristiani greco-ortodossi e dai cristiani dell’area confessionale della Riforma.

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